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giovedì 11 ottobre 2012

ancora su Luciano Lama

Ancora su Luciano Lama In una relazione al Direttivo della CGIL uno dei segretari confederali (se mal non ricordo erano 12) propose la gratuità del trasporto urbano estendendo all'Italia una misura che era stata adottata dal Comune di Bologna diretto dal sindaco Zangheri nel 1973 e che fu applicata per circa tre anni. La gratuità era limitata a determinate fasce orarie se mal non ricordo fino alle nove del mattino e poi nel pomeriggio all'ora della uscita dalle fabbriche o dagli uffici. Il ragionamento che reggeva la proposta era in parte utopistico ma dotato di una forte logica sociale. Dovevamo puntare non alle singole produttività aziendali o settoriali ma ad una produttività generale in cui taluni settori anche negativi tuttavia incrementavano un risultato finale buono ed utile per tutti. Si ragionava che se un lavoratore non spende soldi per recarsi in fabbrica o per tenere il bambino all'asilo nido o per pagare la mensa o le vacanze è indotto a moderare le sue rivendicazioni salariali. Farsi bastare insomma anche un salario da non decurtare dal costo dei servizi. Questo avrebbe aiutato le imprese ed il sistema nel suo insieme. Ricordo che erano gli anni in cui il 68 aveva ancora una forte influenza, una forte spinta propulsiva che spingeva l'Italia verso una società più civile, più vivibile. Erano gli anni delle 150 ore, dei decreti delegati. Eravamo impegnati a costruire una società solidale assai diversa da quella che ci avrebbe imposto la destra dagli anni novanta in poi con la complicità compiacente di quello che era stato il PCI e della stessa CGIL. Il riformismo di Luciano Lama era interno ad una visione autonoma socialista del movimento operaio. Non era una capitolazione ed un tradimento come sarebbe diventato dopo. Dopo di Lama ci fu la segreteria di Pizzinato, un quadro di origine operaia che non durò molto. Si disse per la sua insufficienza "culturale" ma in verità perchè si meditava la scelta che sarebbe stata compiuta da bruno Trentin con l'abolizione della scala mobile e la firma del più grave meccanismo di impoverimento che abbiano mai avuto i lavoratori europei: un patto di concertazione che legava gli aumenti salariali al tasso di inflazione "programmato" assai diverso da quello reale. Meccanismo che nel giro di venti anni ha dimezzato i salari italiani rispetto a quelli tedeschi con i quali erano appaiati. Un perpetuo motore di povertà che agisce tuttora a pieno ritmo. IL bus gratis sarà stato una cosa sbagliata ed io non lo credo ma in ogni caso era il segno di una società solidale, di una amministrazione attenta ai bisogni di cittadinanza, opposta alla società di persone sole profetizzata dal liberismo della Tatcher e di Reagan che è stata imposta con strappi sempre più violenti ai quali hanno partecipato epigoni mediocri di Lama come Epifani e Camusso. http://www.ilcambiamento.it/campagna2.php?risp=si&pos=pu&ban=islanda

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