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lunedì 15 ottobre 2012

Viaggio in Vietnam

Viaggio in Vietnam Nel 1983 io ed Alfiero Grandi fummo inviati dalla CGIL a rappresentarla al Congresso dei sindacati vietnamiti che si teneva ad Hanoi. Alfiero Grandi che poi sarebbe stato sottosegretario di Stato con il governo Prodi a quel tempo era dirigente della CGIL emiliana. Lo conoscevo da tempo e ne avevo stima. Era espressione di quella Emilia rossa che era uno dei grandi punti di forza della sinistra italiana. Il PCI in molte zone prendeva anche oltre il cinquanta per cento dei voti e le amministrazioni comuniste erano esemplari per la realizzazione di servizi sociali e la correttezza della gestione. Tutta l'Italia comunista e socialista era orgogliosa della forza che veniva dalla Emilia, dalla Toscana, dall'Umbria. Questa forza si irradiava nel territorio circostante. L'Italia centrale era in grandissima parte amministrata dalla sinistra. Raggiungemmo Hanoi con un lungo viaggio in aereo che partiva dalla Germania est. Ci spostavano verso oriente e questo ci portò a vedere con emozione l'alba in un'ora che per noi era ancora piena notte. Ad Hanoi fummo ricevuti con i riguardi dovuti ad una delegazione ufficiale estera fummo alloggiati in un albergo dove fui colpito da un involucro di grissini Fioravanti abbandonato su un divano. Diavolo di italiani! Si trovavano dall'altra parte del mondo e nell'emisfero politico comunista! Mi spiegarono che industriali italiani facevano cucire lenzuola ed altro dalle operaie vietnamite e che c'era quindi una certa frequentazione di italiani. Al Congresso dei sindacati vietnamati la cosa che mi colpi di più fu l'immenso silenzio che dominava la sala del Congresso. Le uniche voci che si sentivano erano quelle del Presidente e dell'oratore. Il Congresso cominciava alle otto del mattino. Ogni intervento durava non più di dieci minuti. Non si sentiva assolutamente niente. Alle dieci e mezzo si faceva una sospensione di mezzora e poi di riprendeva sempre in questo silenzio. Un silenzio irreale. Io e Alfiero fummo sistemati in posti di onore. Al Congresso parlò Alfiero usando il francese lingua che i vietnamiti conoscono bene avendo subito la colonizzazione francese prima di quella inglese. Fu naturalmente molto ed a lungo applaudito. L'ambasciatore italiano ad Hanoi fu gentilissimo. Ci mandò a prelevare con l'auto e si intrattenne con noi. Conosceva Alfiero e ne aveva un grande rispetto. Era originario di Bologna. Di questo viaggio ad Hanoi conservo il ricordo di Hanoi che a me è sembrata una Venezia tropicale attraversata come è dalle tante giravolte del fiume Rosso la bellezza delicata e sensuale delle ragazze che passavano con un bilanciere sulla spalla dal quale pendevano due grandi ceste e che camminavano sotto quel peso come se danzassero con grande leggerezza, la dorsale montagnosa simile ai nostri Appennini... Saigon mi fece una impressione terribile. Eravamo alloggiati in un albergo di stampo coloniale in evidente stato di degrado che dava su una piazza piena di centinaia e centinaia di giovani che sembravano allucinati e che a volte si mettevano a camminare tutti insieme come pazzi. Parte della città era su palafitte immerse in un mare nero di sporcizia. La città intera era ancora traumatizzata dalla terribile guerra subita. Il processo di riunificazione era lento ed il Vietnam non aveva i mezzi per fare di più di quanto stava facendo. Confesso che nei due o tre giorni che passammo a Saigon ora chiamata città Ho Ci Min avevamo quasi paura di uscire in piazza. Ma forse era solo un nostro timore infondato. i vietnamiti sono un popolo contadino ed i contadini sono eguali in tutte le latitudini del globo.Non è difficile familiarizzare con loro. Ci trattarono con gentilezza ed organizzarono un pranzo fatto di tante verdure e carni che cuocevano al centro della tavola alla francese, Questo magnifico piatto aveva anche delle uove di gallo cedrone e questo era un segno di particolare riguardo nei nostri confronti. Le foreste del Vietnam dove vive il gallo cedrone erano state avvelenate dall'Orange il terribile diserbante usato dagli americani per defogliare e che ancora oggi continua a seminare terrore sofferenza e morte per le deformità e le mutazioni che provoca nei nascituri. Gli USA sfogarono la loro terribile rabbia per l'umiliazione di perdere il confronto militare annegando letteralmente il Vietnam in un mare di veleni chimici capaci di uccidere anche a distanza di anni e comunque di alterare l'integrità del DNA della popolazione. La differenza tra i due Vietnam era enorme. Non so se oggi esista ancora ma mentre il nord vietnam pur nella estrema povertà dava l'impressione di una nazione solida con i mercati pieni sempre di tantissimi prodotti della terra, il Sud del Vietnam era ancora segnato profondamente dalla presenza delle truppe di occupazione americana e vi si respirava un cupo clima di dopoguerra nel quale le fonti di sostentamento erano tutte scomparse con il ritiro delle truppe. Siamo stati a rendere omaggio ad Hanoi al mausoleo di Ho Chi Min. Si tratta di una grande costruzione quadrata severa visitata da migliaia di persone. Prima di giungere ad Hanoi abbiamo fatto sosta a Karachi nel Pakistan. Durante la sosta fatta dentro l'aereo potevo vedere la grande rete che circondava l'aeroporto gestito da militari dai modi bruschi. Vedevo migliaia di mani aggrappate a quella rete. Migliaia di persone non facevano altro che guardare l'aeroporto dalla rete. Su tutte aleggiava una disperazione terribile la disperazione che solo lo stomaco vuoto e la fame possono dare. Non dimenticherò mai il sentimento di angoscia che mi assalì per tante persone vestite soltanto di un pezzo di cotone bianco e che al mondo non possedevano nulla assolutamente nulla. Lì ho capito davvero la rivoluzione di Ho Chi Min ed la necessità di comunismo del genere umano.

giovedì 11 ottobre 2012

ancora su Luciano Lama

Ancora su Luciano Lama In una relazione al Direttivo della CGIL uno dei segretari confederali (se mal non ricordo erano 12) propose la gratuità del trasporto urbano estendendo all'Italia una misura che era stata adottata dal Comune di Bologna diretto dal sindaco Zangheri nel 1973 e che fu applicata per circa tre anni. La gratuità era limitata a determinate fasce orarie se mal non ricordo fino alle nove del mattino e poi nel pomeriggio all'ora della uscita dalle fabbriche o dagli uffici. Il ragionamento che reggeva la proposta era in parte utopistico ma dotato di una forte logica sociale. Dovevamo puntare non alle singole produttività aziendali o settoriali ma ad una produttività generale in cui taluni settori anche negativi tuttavia incrementavano un risultato finale buono ed utile per tutti. Si ragionava che se un lavoratore non spende soldi per recarsi in fabbrica o per tenere il bambino all'asilo nido o per pagare la mensa o le vacanze è indotto a moderare le sue rivendicazioni salariali. Farsi bastare insomma anche un salario da non decurtare dal costo dei servizi. Questo avrebbe aiutato le imprese ed il sistema nel suo insieme. Ricordo che erano gli anni in cui il 68 aveva ancora una forte influenza, una forte spinta propulsiva che spingeva l'Italia verso una società più civile, più vivibile. Erano gli anni delle 150 ore, dei decreti delegati. Eravamo impegnati a costruire una società solidale assai diversa da quella che ci avrebbe imposto la destra dagli anni novanta in poi con la complicità compiacente di quello che era stato il PCI e della stessa CGIL. Il riformismo di Luciano Lama era interno ad una visione autonoma socialista del movimento operaio. Non era una capitolazione ed un tradimento come sarebbe diventato dopo. Dopo di Lama ci fu la segreteria di Pizzinato, un quadro di origine operaia che non durò molto. Si disse per la sua insufficienza "culturale" ma in verità perchè si meditava la scelta che sarebbe stata compiuta da bruno Trentin con l'abolizione della scala mobile e la firma del più grave meccanismo di impoverimento che abbiano mai avuto i lavoratori europei: un patto di concertazione che legava gli aumenti salariali al tasso di inflazione "programmato" assai diverso da quello reale. Meccanismo che nel giro di venti anni ha dimezzato i salari italiani rispetto a quelli tedeschi con i quali erano appaiati. Un perpetuo motore di povertà che agisce tuttora a pieno ritmo. IL bus gratis sarà stato una cosa sbagliata ed io non lo credo ma in ogni caso era il segno di una società solidale, di una amministrazione attenta ai bisogni di cittadinanza, opposta alla società di persone sole profetizzata dal liberismo della Tatcher e di Reagan che è stata imposta con strappi sempre più violenti ai quali hanno partecipato epigoni mediocri di Lama come Epifani e Camusso. http://www.ilcambiamento.it/campagna2.php?risp=si&pos=pu&ban=islanda

mercoledì 10 ottobre 2012

scampoli settembrini


Brutti, sporchi e cattivi, molto cattivi!
Leggo e leggiucchio sul film di Ciprì. iI poveri siano sporchi brutti e cattivi come abbiamo visto in un film memorabile con Nino Manfredi. Niente di nuovo sulla rappresentazione al limite della repellenza di una fauna umana grottesca ed in preda a pulsioni incontrollabili di consumismo. E' possibile che la famiglia descritta da Ciprì esista ma sono certo che ce ne sono duecento nello stesso quartiere diverse che sbarcano il lunario ed hanno uno schema morale solido e valori importanti anche se la mancanza di qualche dente rende bruttina la loro vista. Ma si sa. Non tutti possono permettersi un dentista. Il degrado, la deriva verso la distruzione che Ciprì ha voluto rappresentare coincidono con l'analisi postpasoliniana della plebe sottoproletariato che sostituisce la classe operaia e vive una vita indegna di essere vissuta.
http://www.gazzettadelsud.it/news/spettacoli/10917/Venezia--Cipri--primo-italiano-in-concorso.html


M a che dobbiamo fare?
sono sicuro che il film di Ciprì con Servillo presentato alla mostra di venezia non sia una volgare speculazione razzista su Palermo, sulla Sicilia, sui siciliani poveri dei quartieri degradati. . Si parla di un padre che usa i soldi avuti per il risarcimento della figlia morta in un incidente per comprarsi una enorme auto e su questo si ricama sul connubio tra il sottoproletariato degenere il consumismo etc...etc..... Spero di non sbagliarmi ma dal momento che Cipri è palermitano spero che non siamo alle solite che i peggiori detratori di se stessi siamo proprio noi siciliani. Comunque non mi pare giusto esprimermi definitivamente se non vedo il film. Ma credo che ci prenderemo un dispiacere.






Genocidio politico




Penso a quanto era bello, intelligente, sensibile,umano il popolo comunista del PCI di Togliatti. di Longo di Natta e degli altri grandi segretari del PCI.


Un popolo di milioni e milioni di persone che leggeva, era elevato culturalmente ed era capace di fare dei festival dell'Unità festival della Cultura e della Politica. Una cultura politica quella comunista che penetrava profondamente nella società italiana migliorandola. Una cultura "egemonica" che non era violenta convinceva trascinava era legata ai sentimenti più grandi di giustizia sociale di libertà di progresso di vera democrazia. Penso alle centinaia di migliaia di copie dell'Unità che si vendevano ma anche dell'Avanti che nel marzo del 1953 nel paginone centrale listato a lutto salutava la morte di Giuseppe Stalin come la caduta di un padre dell'umanità.


Ora il popolo del PD e quel poco che è rimasto del PSI non hanno più valori. Accettano il peggiore e più miserabile machiavellismo della politica italiana, subiscono la perdita dell'art.18 e le pensioni a 70 anni e soltanto per una manciata di spiccioli. Accettano in nome del liberismo e delle imprese tutti gli interessi del capitalismo italiano che è uno dei più avidi e meschini del mondo.

Come ha potuto il magnifico e grande popolo comunista diventare il popolo del PD che applaude Renzi e Letta ed accetta di allearsi con Casini



Gli americani ci mettono il dito nel sedere

I tedeschi hanno capito che dietro l'attacco all'Euro alla Grecia all'Italia alla Spagna ci sono gli americani che temevano per il suprematismo del Dollaro come moneta di scambio internazionale. Inoltre sanno che gli americani non sopportano le prosperità ed il benessere del popolo tedesco che vorrebbero ridurre a stecchetto. Gli USA non sopportano la locomotiva tedesca nell'economia mondiale. Vorrebbero essere i soli padroni dell'economia ed invidiano il bene e la prosperità altrui. I "mercati" non sono altro che gli USA. Oggi la Merkel li attacca. La Merkel è una liberista che assume una posizione coraggiosa nella sua parte politica. I socialisti brillano per il loro silenzio ed il loro subalternismo.


Per anni mi sono stupito ogni volta che in un film americano sentivo la radio o la tv parlare del Tempo e del Listino delle Borse. Pensavo: ma è mai possibile che questo sia il centro del mondo degli americani? Le previsioni del tempo e come andrà la Borsa?
Non sapevo, me tapino, che l'Italia sarebbe diventata tale e quale all'America. Previsioni meteorologiche e andamento delle borse sono diventati centrali nella nostra vita. Ci vengono imposte e siamo obbligati a sentire dappertutto. Ci manca soltanto di raggiungere la quantità di miliardi di pillole tranquillanti che vengono smerciate negli USA. Ma noi siamo a buon punto! Basta guardare la faccia di Monti la mattina e si è subito in zona ansiogena...


Slotz
Vedevo ieri sera in TV un servizio su Varsavia sulla Polonia e sono rimasto meravigliato di quanto stiano bene i polacchi e di come cresce con allegria la loro economia.
Poi ci ho pensato ed ho capito l'arcano, la causa di tanta gioiosa crescita economica e sociale. Non hanno l'Euro! Sono fuori dalla trappola mortale della euro-zona! Stampano i loro slotz quanto ne hanno bisogno!! Non hanno Monti che rompe la loro anima e li minaccia un giorno si ed uno no di farli morire di tasse e di fame! Non hanno la merkel che assegna loro i compiti! Non hanno Draghi con la sua faccia di Jago che come una idrovora trasferisce i loro redditi alle banche dei pescecani!

La Bibbia

alla base della sanguinaria continua aggressione degli USA ai popoli del mondo e di israele ai palestinesi ed ai suoi confinanti sta non soltanto gli interessi dello imperialismo colonialistico ma il convincimento della superiorità ed unicità del Popolo di Dio rispetto tutti gli esseri umani. Al confronto il libro di Hitler Mein Kamps è cosa di secondaria importanza. Gli americani e gli israeliani sono convinti dalla loro religione che "debbono" distruggere i loro nemici ed impossessarsi dei loro beni. Il mondo non sarà mai libero dalla loro minaccia fino a quando non prenderanno le distanze dalla Bibbia. Basta leggere qualche passo del Deutoronomio per rendersi conto del perchè di tanta disumanità e di tanto sangue.

Deuteronomia 2 24 "24 Suvvia, levate l'accampamento e passate la valle dell'Arnon; ecco io metto in tuo potere Sicon, l'Amorreo, re di Chesbon, e il suo paese; comincia a prenderne possesso e muovigli guerra. 25 Oggi comincerò a incutere paura e terrore di te ai popoli che sono sotto tutto il cielo, così che, all'udire la tua fama, tremeranno e saranno presi da spavento dinanzi a te.

Il prode Renzi

Leggo che Renzi gode di grande popolarità dentro il PD. Certo i gruppi dirigenti del PD hanno lavorato in profondità se sono riusciti a cambiarne il DNA e fare di un partito che viene dai comunisti e dalla sinistra dc qualcosa capace di riconoscerci in uno che sull'art.18 diceva "Chi se ne frega"! Non è che gli altri siano migliori di lui. Sono tutti in gara a chi è più corogna dell'altro verso i lavoratori.

La Camusso mendica

Rivendicazioni inconsistenti ed umilianti della Camusso al Governo. La detassazione delle tredicesime diventa una una tantum di una mancetta che non darà alcun sollievo alle famiglie dei lavoratori. La signora Camusso si guarda bene dal chiedere garanzie permanenti per i lavoratori come il Salario Minimo Garantito che impedirebbe salari schiavistici e come l'indicizzazione delle retribuzioni e delle pensioni. Minaccia lo sciopero generale per niente come ha fatto per niente tutti gli scioperi generali. Dovrebbe rimettere in discussione la legge Fornero e la legge sulle pensioni. Inoltre si dovrebbe spendere sulla scuola dove Profumo sta facendo diventare pazzi gli insegnanti.

corso calatafimi


Corso Calatafimi

Luciano Piccolo che era il mio successore alla CGIL e Luigi Colaianni mi chiesero cosa io volessi fare dopo Enna. Piccolo mi propose di tornare alla CGIL ad accuparmi del Cerdof organismo che io avevo fondato e di cui ero Presidente. Una centro studi e ricerche. Era mio diritto tornare alla CGIL in base al regolamento vigente sulle candidature. Luigi Colajanni nel quale io avevo sempre fiducia mi propose un lavoro nel PCI. Non mi sentivo di tornare in CGIl per la bolla di scomunica che la corrente socialista aveva fatto nei miei confronti e perchè umiliato dalla sconfitta subita Ero frastornato e non ricevevo il conforto di un buon consiglio da parte di nessuno.Ero solo, proprio solo .Decisi per l'incarico di Partito che era un modo per cancellarmi come figura di primo piano. Una sorta di punizione che mi sono inflitta in un momento in cui non avevo la lucidità necessaria per prendere una decisione che avrebbe influito per il resto della mia vita.
Ricorderò sempre come un incubo l'attraversamento di Corso Calatafimi che facevo tutte le mattine per raggiungere il Palazzo del PCI, una costruzione del settecento piena di marmi bianchi mortuari, cadente,gelata d'inferno e priva d'aria d'estate. Il primo piano era occupato dalla federazione di palermo. il Regionale nel quale io accettai di lavorare stava al secondo piano.
Abbi come compagno di stanza Elio Sanfilippo un compagno gentilissimo e di modi soavi che mi accoglieva sempre con un sorriso e si mostrava molto attento alle cose che dicevo Sono stato molto aiutato dal suo atteggiamento amichevole e nello stesso tempo discreto e gentile. .Ho anche un bel ricordo di Claudio Riolo che ora insegna all'Università di Palermo e che quando io arrivai al partito era in procinto di dimettersi dalla segreteria regionale. Ricordo con affetto anche Varvaro un compagno trapanese che poi sarebbe andato a dirigere la CIA. Al Partito avrei dovuto occuparmi delle zone interne della Sicilia per incentivarne lo sviluppo. Presto scoprii che Partito e Gruppo Parlamentare all'ARS era due entità distinte non sempre comunicanti e sinergiche. Il PCI era immerso in una profondissima crisi d'identità acuita dall'approssimarsi del crollo della URSS.
Un mattino, salendo le scale della Federazione incrocii Tornatore fratello del noto grande regista. Mi disse: Pietro posso farti una domanda? E poi mi disse: perchè tu hai lasciato un partito di successo per venire in un partito in crisi come il PCI? Il PSI di Craxi era considerato dai comunisti, con una punta di invidia, partito di successo!!



Palazzo Gravina principe di Palagonia
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Pietro Ancona
la candidatura

Luigi Colajanni mi candidò nel collegio senatoriale di Enna il posto dove era stato eletto senatore Epifanio la Porta e prima di lui, come indipendente del PCI, Simone Gatto illustre figura del socialismo siciliano. Era talmente sicuro della mia elezione che già discuteva a quale gruppo avrei potuto iscrivermi e proponeva il gruppo misto. Luigi Colaianni sapeva benissimo che non ero comunista e mi accettava per quello che ero. Quando si seppe della mia candidatura, contrariamente a quanto si era fatto in altre occasioni, i socialisti che mi erano stati più vicini furono durissimi come me. I socialisti della CGIL si riunirono in gran completo sotto la presidenza di Ottaviano del Turco in una pubblica sala e compirono un rito di scomunica e di odio nei miei confronti. Io ero ...Visualizza altro
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A Salvatore Bonadonna, Giuseppina Ficarra, Settimio Sollano e altri 3 piace questo elemento.
Pippo Oddo Non per nulla nessuno di noi ha più una tessera di partito in tasca.
20 ore fa · Mi piace · 1
Salvatore Bonadonna
Caro Pietro, come tu sai, decisi di chiudere con quel gruppo dirigente del PSI e i suoi rappresentanti nella CGIL nel lontano '67, quando maturò la scelta dell'unificazione socialista; con Simone Gatto partecipai alla formazione del Movimen...Visualizza altro
16 ore fa · Mi piace
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Tuccillo Casimiro
IO MI DOMANDO PERCHE' IL PAPA NON DICE NIENTE SULLE SPECULAZIONI FINANZIARI CHE STANNO METTENDO IN SERIO PERICOLO L'ECONOMIA MONDIALE ?
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Pietro Ancona
La campagna elettorale di Enna

Le elezioni politiche dell'87 si svolsero il 14 giugno. Arrivai ad Enna quasi un mese prima e trovai la città avvolta in una densa quasi impenetrabile nebbia. Faceva freddo ed io ero venuto da Palermo in abiti quasi estivi.Portavo una canottiera sotto la camicia ed avevo urgente bisogno di una maglia di lana. La maglia di lana quasi a giugno! Comprai tre maglie di lana!
Presi alloggio in un albergo della città alta. Telefonai alla federazione comunista per comunicare il mio arrivo. Non si fece vivo nessuno. Passai molte ore da solo in albergo in un silenzio glaciale poi pranzai da solo e nel pomeriggio mi recai in Federazione. Il Segretario era un giovane tarantino un "quadro" inviato dalla Direzione in Sicilia per dare una mano. Fu gentile ma non mi comuni...Continua a leggere
Mi piace · · 22 ore fa
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Pietro Ancona
Un Comitato Socialista per la lista di sinistra Fava

I socialisti siciliani hanno l'occasione di ritrovare se stessi in uno schieramento di sinistra e di progressisti che si costituisce attorno a Fava. E' innaturale il sostegno dei socialisti a Crocetta come lo fu a Capezzoni (che poi li lasciò con un palmo di naso) come lo fu per Ferrandelli alleato tramite Cracolici con Lombardo. E' stato sconcertante farsi imporre da Nencini la leadership di Vizzini che per decenni era stato importante uomo del gruppo dirigente berlusconiano.
Invito i socialisti siciliani a fare un comitato e prendere contatto con Fava per concordare le modalità di una campagna elettorale che deve portare davvero ad un rinnovamento dell'Isola liberandola dall'egemonismo della destra e del PD che sono e saranno alleati per continuare l'opera del governo Lombardo.
Mi piace · · 1 settembre alle ore 9.19
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Pippo Oddo Con tutto l'affetto (oramai cinquantennale) che mi lega all'animatore di questo dibattito, non posso esimermi dal fargli notare che per battere la destra e il malaffare ci vuole una sinistra coesa e il sostegno dei moderati. Tutte le altre proposte, a mio avviso, hanno il fiato corto.
Domenica alle 21.45 · Mi piace
Angelo Morello Socialisti,comunisti, riformisti, progressisti abbiamo bisogno di immergerci in una riflessione profonda per fare emergere una nuova cultura, chiamiamola pure di sinistra, che possa candidarsi a vincere nel prossimo futuro per il governo della società. Richiamarci ai fasci siciliani potrebbe essere un comune denominatore.
Lunedì alle 18.04 · Mi piace
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Pietro Ancona
Genocidio politico

Penso a quanto era bello intelligente sensibile umano il popolo comunista del PCI di Togliatti. di Longo di Natta e degli altri grandi segretari del PCI. Un popolo di milioni e milioni di persone che leggeva era elevato culturalmente ed era capace di fare dei festival dell'Unità festival della Cultura e della Politica. Una cultura politica quella comunista che penetrava profondamente nella società italiana migliorandola. Una cultura "egemonica" che non era violenta convinceva trascinava era legata ai sentimenti più grandi di giustizia sociale di libertà di progresso di vera democrazia. Penso alle centinaia di migliaia di copie dell'Unità che si vendevano ma anche dell'Avanti che nel marzo del 1953 nel paginone centrale listato a lutto salutava la morte di Giuseppe Stali...Visualizza altro
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Angelo Morello Una bella pagina storica. Mi piaceva di più Longo, un partigiano serio ed unitario. Una volta disse a un suo collaboratore di andare a prendere sua moglie alla stazione Termine che arrivava a Roma in treno. Il collaboratore gli disse: ma come faccio a riconoscerla se non lo mai vista. Longo gli rispose: la più brutta che scende dal treno, quella è mia moglie.
Lunedì alle 18.06 · Modificato · Mi piace
Pietro Ancona Notate che non ho citato Berlingue che considero il capostipite del PD di oggi...
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Pietro Ancona
I poteri del Generale - 3 settembre 1982

Il Generale della Chiesa chiedeva poteri speciali per portare avanti la sua lotta alla mafia siciliana. La sua intenzione era di sdradicarla e questa sua volontà incombeva sulla società siciliana e generava allarme nelle cosche mafiose. Il Generale era giunto a Palermo come Prefetto. Presidente del Consiglio dei Ministri era Giulio Andreotti sospettato da molti di avere un rapporto speciale con la mafia siciliana rapporto mediato a Palermo dall'On.Le Lima e nella Sicilia orientale dall'On.le Drago.L'On.le Lima sarebbe stato ucciso dalla mafia nel 1992 uno degli anni horribilis della storia mafiosa di questo disgraziato Paese.
La questione della concessione dei poteri speciali divideva le forze politiche siciliane. C'era chi era favorevole ma anche ...Continua a leggere
Mi piace · · Domenica alle 21.35
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Pietro Ancona Angelo tu che sei antimafia non sei eguale al mafioso del tuo paese. Sono cose diverse e piani diversi!
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Angelo Morello Se uno scrittore come Sciascia dice: "Se lo stato vuole davvero sconfiggere la mafia deve suicidarsi" cosa devo dire io. Comunque, condivido il tuo dire, ma io volevo andare nel profondo del sistema che ha portato il Generale Dalla Chiesa alla morte.
Lunedì alle 17.46 · Mi piace
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Giovanna La Cava
succede a Catania... "ARTE contemporanea" modello Monti... titolo Disperazione.
Street life 1
‎"Installazione di uomo disperato contemporaneo su panchina modello memory foam" - I senzanome - Via Crociferi Catania © 2011
di: Tony Palazzo Photography & Filmmaking "Street Life project"
Mi piace · · Lunedì alle 16.13
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Pietro Ancona
La contraddizione

Preciso che nel sostenere Fava e la sua coalizione e nell'invitare i socialisti a votarlo è perchè non vedo nessuna altra possibilità di voto. Dovrei astenermi dal votare e scegliere una strada alternativa che potrebbe essere quella dei referendum e delle alternative territoriali. Ma la gente è ancora malatissima di elezioni. Se non va a votare si sente male! Crede di essere esclusa dal consorzio dei cittadini, di regredire in chissà quale abiezione. Eppure potremmo e dovremmo imparare la civiltà del non voto. Io non condivido tante posizioni di IDV e della federazione della sinistra che spesso si presta a farsi strumentalizzare dalle campagne CIA una volta contro la Libia e l'altra contro la Siria o contro la Russia. Ferrero ha financo sottoscritto il Pornoappello ...Visualizza altro
Mi piace · · 1 settembre alle ore 15.20
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Pietro Ancona
‎70° Compleanno!

La CGIL siciliana ha festeggiato il mio settantesimo compleanno. Segretario Italo Tripi e Responsabile del Dipartimento delle politiche meridionali della CGIL Franco Garufi. Fu riunito il Comitato Regionale della CGIL e numerosi altri compagni nel salone della CGIL di via Bernabei. Ricordo di essere stato io assieme ad Epifanio La Porta a comprare i comodi e razionali locali di Via Bernabei che dal 1980 ospitano la sede regionale. Avevamo anche comprato davvero per niente la bellissima tenuta di Santa Venerina. Quasi 14 ettari di terreno feracissimo con vigneto ed enormi castagni secolari grandi come cattedrali. Epifanio si dedicò alla ristrutturazione del vecchio casale al quale apparteneva anche un antichissimo torchio che è un vero e proprio museo di una agricoltur...Visualizza altro
Mi piace · · 28 agosto alle ore 16.58
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Angelo Morello Pensavo solo a mangiarle, e gli altri aspetti ,non li curavo.
Domenica alle 20.45 · Mi piace
Pippo Oddo
Tornando a bomba, non c'è dubbio che la Cgil che abbiamo a contribuito a costruire noi non c'è più. Né rimane più traccia dei rapporti umani del passato, che però non va mitizzato. Anche allora non mancavano i tiri bassi, le invidiuzze e ta...Visualizza altro
Domenica alle 21.30 · Mi piace
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Pietro Ancona
compiango il PSI che potrebbe ritrovare se stesso e cioè la sua natura di partito della classe lavoratrice partecipando alla coalizione di sinistra che sostiene Fava ed invece farà il satellite del PD che è partito confindustriale e montiano e che è diventato iperliberista. E' un vero peccato che la base socialista non sia mai stata interpellata nè sul caso Vizzini nè sul sostegno a Ferrandelli nè ora sul sostegno a crocetto. Un pugno di carrieristi usurpa il potere degli organismi di partito e lo ha ridotto a cameriere di Bersani, Cracolici, Crocetta....
Mi piace · · 31 agosto alle ore 21.10
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A Emilio Nino Borgese e Olga Handjal piace questo elemento.
Emilio Nino Borgese Ho mostrato le tue stesse perplessità nella bacheca di un gruppo. Nessuno dei c.d. socialisti ha voluto aprire una discussione. Comprensibile!
31 agosto alle ore 22.33 · Mi piace
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Giovanna La Cava
La disputa Samsung e Apple.. si è risolta con la condanna di Apple..( avevo s

Michele Sala e Eric Hobsbawm

L'inglese bolognese " Mi venne poi mostrato il cimitero, o meglio la necropoli dei Matranga, degli Scirò, dei Barbato dei LoJacono e delle altre famiglie cristiane albanesi che erano emigrate in Italia meridionale ed in Sicilia nel quindicesimo e nel sedicesimo secolo. Tutte le lapidi moderne, grandi o piccole che fossero, avevano la fotografia del defunto. La morte era sempre presente a Piana , era una realtà mai dimenticata e sentita con rispetto. In quella cittadina vidi un aspetto del costume tradizionale che era ancora dato per scontato e cioè le donne, vestite di nero, che stavano sedute in silenzio sulla strada, ma sempre con il viso rivolto verso l'interno della casa. Stavamo camminando lungo un lato della piazza - gli anticomunisti ed i m afiosi camminavano dall'altro lato- quando mi fermò per un istante: "non dire a nessuno qui che sei un inglese" mi avvisò: "Ci sono persone che se lo sapessero non sarebbero affatto contente di vederti assieme a me. Gi ho detto che vieni da Bologna." Era abbastanza logico: anche in Sicilia si sapeva che Bologna era rossa ed era quindi naturale che un comunista venisse a far visita ad un suo compagno. C'era soltanto un particolare che non capivo: eravamo stati insieme tutto il giorno parlando in inglese ad alta voce. Sala, che conosceva la sua gente, fugò i miei dubbi. " E come fanno a sapere che lingua parlano a Bologna?" In effetti, una novantina di anni prima, poco dopo l'unificazione dell'Italia, era successo proprio questo: nel 1865, i primi maestri inviati dal nuovo regno per insegnare ai bambini siciliani l'italiano di Dante erano stati scambiati per inglesi. Sotto questo aspetto, nello entroterra siciliano la situazione rimase immutata fino alla diffusione dei programmi televisivi nazionali. .......... In Italia, un'altra reliquia del passato era anche il rispetto pubblicamente tributato agli intellettuali ed il ruolo ad essi attribuito. Non riuscirei ad immaginare nessun altro paese europeo dove un noto intellettuale come Bruno Trentin - che proveniva da una famiglia di accademici antifascisti emigrati - sarebbe potuto diventare un leader di uno dei principali sindacati dei lavoratori dell'industria e poi della più grande confederazione sindacale nazionale." — con Pippo Oddo. Mi piace · · Non seguire più il post · 23 ore fa Visualizzato da 17 A Salvatore Bonadonna e Grace Cali piace questo elemento. Scrivi un commento... Opzioni Giovanna La Cava PAC-EURO "L'attuale creazione di denaro dal nulla operata dal sistema bancario è identica alla creazione di moneta da parte di falsari. La sola differenza è che sono diversi coloro che ne traggono profitto." [Maurice Allais, nobel per l'economia 1988] Mi piace · · Non seguire più il post · Lunedì alle 20.06 Visualizzato da 25 A Salvatore Bonadonna e Olga Handjal piace questo elemento. Turi Comito La miseria ha questo di buono: che elimina la paura dei ladri Alphonse Allais, umorista francese ;-) Lunedì alle 22.55 · Mi piace · 1 Giovanna La Cava ah ecco perchè i poveri hanno "scelto" di restare tali..hanno paura dei LADRI;.-)))) Martedì alle 5.41 · Mi piace · 1 Scrivi un commento... Opzioni Pietro Ancona Il cretto di Burri celebrato dalla cultura internazionale come monumento evocativo e conservativo della memoria del terremoto. Non mi è mai piaciuto e considero la spazio che occupa con il suo cemento una offesa permanente alla natura che ne sarà per sempre soffocata. Non c'è alcuna ragione per dedicare una parte della terra ad un evento luttuoso e disastroso.Per quale motivo si deve ricordare un terremoto? Il prossimo che verrà potrebbe essere come quello che abbiamo subito o addirittura peggiore. E' vero che l'arte non ha scopo ma non ha senso imprigionare per sempre la terra in una guaina di sterile e dannoso cemento. http://sicilia.indettaglio.it/ita/comuni/tp/gibellina/turismo/turismo.html Turismo a Gibellina: il Cretto di Burri sicilia.indettaglio.it Gibellina. Località turistiche del comune di Gibellina. Riserve naturali, monumenti, musei, feste, sagre, foto di Gibellina, ruderi, archeologia, santuari, castelli, mare, montagna, viaggi, itinerari turistici. Mi piace · · Non seguire più il post · Condividi · Ieri alle 16.31 Visualizzato da 19 A Grace Cali e Pippo Oddo piace questo elemento. Pippo Oddo Ha lasciato perplesso per lungo tempo anche me. Una volta mi ci trovai intrappolato mentre le campagne circostante erano in fiamme. Avevo però il mio primo cellulare e potei chiama...Altro Ieri alle 17.11 · Mi piace Scrivi un commento... Opzioni Pietro Ancona Michele Sala raccontato da Eric Hobsbawm "Mi ricordo la prima visita in Sicilia, nel 1953, quando fui ospitato da Michele Sala, deputato e sindaco di Piana degli Albanesi. La città era una roccaforte rossa fin dal lontano 1893 quando il nobile dottor Nicola Barbato aveva predicato il vangelo del socialismo agli abitanti di quella che allora si chiamava Piana dei Greci da quella roccia - nello sperduto passo montano di Portella della Ginestra - che ancora oggi è conosciutaa come la "Pietra del Barbato". In gioventù lo stesso Michele Sala, che era nato nelle vicinanze, aveva ascoltato la buona novella dalle labbra dell'apostolo. Da allora in poi, con la pioggia o con il sole, in tempo di guerra come in tempo di pace o sotto il fascismo, alcuni pianesi non avevano mai mancato di commemorare ...Visualizza altro Mi piace · · Non seguire più il post · Ieri alle 9.41 Visualizzato da 19 A Lo Leggio Salvatore piace questo elemento. Mostra tutti e 5 i commenti Pietro Ancona pubblicherò l'altra pagina che E.H ha dedicato a Piana degli Albanesi domani. E' molto interessante rivedere la Sicilia a sessanta anni di distanza. Ieri alle 16.57 · Mi piace · 1 Angelo Morello Sono passati sessant'anni sarebbe opportuno che la verità venisse fuori. Comunque, ci vado per logica, secondo me i mandanti sono stati gli agrari e la mafia in computta con i servizi segreti, magari quest'ultimi hanno pure sparato. Ieri alle 17.04 · Mi piace Scrivi un commento...

Michele Sala ed Hobsbawm

L'inglese bolognese " Mi venne poi mostrato il cimitero, o meglio la necropoli dei Matranga, degli Scirò, dei Barbato dei LoJacono e delle altre famiglie cristiane albanesi che erano emigrate in Italia meridionale ed in Sicilia nel quindicesimo e nel sedicesimo secolo. Tutte le lapidi moderne, grandi o piccole che fossero, avevano la fotografia del defunto. La morte era sempre presente a Piana , era una realtà mai dimenticata e sentita con rispetto. In quella cittadina vidi un aspetto del costume tradizionale che era ancora dato per scontato e cioè le donne, vestite di nero, che stavano sedute in silenzio sulla strada, ma sempre con il viso rivolto verso l'interno della casa. Stavamo camminando lungo un lato della piazza - gli anticomunisti ed i m afiosi camminavano dall'altro lato- quando mi fermò per un istante: "non dire a nessuno qui che sei un inglese" mi avvisò: "Ci sono persone che se lo sapessero non sarebbero affatto contente di vederti assieme a me. Gi ho detto che vieni da Bologna." Era abbastanza logico: anche in Sicilia si sapeva che Bologna era rossa ed era quindi naturale che un comunista venisse a far visita ad un suo compagno. C'era soltanto un particolare che non capivo: eravamo stati insieme tutto il giorno parlando in inglese ad alta voce. Sala, che conosceva la sua gente, fugò i miei dubbi. " E come fanno a sapere che lingua parlano a Bologna?" In effetti, una novantina di anni prima, poco dopo l'unificazione dell'Italia, era successo proprio questo: nel 1865, i primi maestri inviati dal nuovo regno per insegnare ai bambini siciliani l'italiano di Dante erano stati scambiati per inglesi. Sotto questo aspetto, nello entroterra siciliano la situazione rimase immutata fino alla diffusione dei programmi televisivi nazionali. .......... In Italia, un'altra reliquia del passato era anche il rispetto pubblicamente tributato agli intellettuali ed il ruolo ad essi attribuito. Non riuscirei ad immaginare nessun altro paese europeo dove un noto intellettuale come Bruno Trentin - che proveniva da una famiglia di accademici antifascisti emigrati - sarebbe potuto diventare un leader di uno dei principali sindacati dei lavoratori dell'industria e poi della più grande confederazione sindacale nazionale." — con Pippo Oddo. Mi piace · · Non seguire più il post · 23 ore fa Visualizzato da 17 A Salvatore Bonadonna e Grace Cali piace questo elemento. Scrivi un commento... Opzioni Giovanna La Cava PAC-EURO "L'attuale creazione di denaro dal nulla operata dal sistema bancario è identica alla creazione di moneta da parte di falsari. La sola differenza è che sono diversi coloro che ne traggono profitto." [Maurice Allais, nobel per l'economia 1988] Mi piace · · Non seguire più il post · Lunedì alle 20.06 Visualizzato da 25 A Salvatore Bonadonna e Olga Handjal piace questo elemento. Turi Comito La miseria ha questo di buono: che elimina la paura dei ladri Alphonse Allais, umorista francese ;-) Lunedì alle 22.55 · Mi piace · 1 Giovanna La Cava ah ecco perchè i poveri hanno "scelto" di restare tali..hanno paura dei LADRI;.-)))) Martedì alle 5.41 · Mi piace · 1 Scrivi un commento... Opzioni Pietro Ancona Il cretto di Burri celebrato dalla cultura internazionale come monumento evocativo e conservativo della memoria del terremoto. Non mi è mai piaciuto e considero la spazio che occupa con il suo cemento una offesa permanente alla natura che ne sarà per sempre soffocata. Non c'è alcuna ragione per dedicare una parte della terra ad un evento luttuoso e disastroso.Per quale motivo si deve ricordare un terremoto? Il prossimo che verrà potrebbe essere come quello che abbiamo subito o addirittura peggiore. E' vero che l'arte non ha scopo ma non ha senso imprigionare per sempre la terra in una guaina di sterile e dannoso cemento. http://sicilia.indettaglio.it/ita/comuni/tp/gibellina/turismo/turismo.html Turismo a Gibellina: il Cretto di Burri sicilia.indettaglio.it Gibellina. Località turistiche del comune di Gibellina. Riserve naturali, monumenti, musei, feste, sagre, foto di Gibellina, ruderi, archeologia, santuari, castelli, mare, montagna, viaggi, itinerari turistici. Mi piace · · Non seguire più il post · Condividi · Ieri alle 16.31 Visualizzato da 19 A Grace Cali e Pippo Oddo piace questo elemento. Fui ospitato da Michele Sala, deputato e sindaco di Piana degli Albanesi. La città era una roccaforte rossa fin dal lontano 1893 quando il nobile dottor Nicola Barbato aveva predicato il vangelo del socialismo agli abitanti di quella che allora si chiamava Piana dei Greci da quella roccia - nello sperduto passo montano di Portella della Ginestra - che ancora oggi è conosciutaa come la "Pietra del Barbato". In gioventù lo stesso Michele Sala, che era nato nelle vicinanze, aveva ascoltato la buona novella dalle labbra dell'apostolo. Da allora in poi, con la pioggia o con il sole, in tempo di guerra come in tempo di pace o sotto il fascismo, alcuni pianesi non avevano mai mancato di

Luciano Lama

Luciano Lama fu eletto segretario della CGIL nel salone della Domus Mariae nel 1970, in sostituzione di Agostino Novella nel corso di una speciale riunione del Consiglio Generale della Confederazione. Tre anni dopo veniva confermato dall'ottavo congresso tenutosi a Bari. Ne conservo una bellissima foto quadrangolare. A Bari ero seduto tra i membri della Presidenza del Congresso ed ero proprio dietro il podio da dove lui leggeva la relazione. Cominciò a parlare scosso da una intensa emozione che lo agitava. Vedevo oscillare il pantalone della sua gamba sinistra evidentemente scossa da un fremito incontenibile del nervo sciatico. Soffrii con lui di questo impatto con la platea del Congresso. Eppure Luciano era grande oratore e non era certamente alla sua prima relazione pubblica. Ma era il Congresso in cui doveva venire confermato alla carica che gli era stata affidata dal Consiglio. Dopo una ventina di minuti si calmò del tutto e la relazione filò liscia come l'olio fino alla fine. Era un gigante che incuteva rispetto e tuttavia era anche di grande emotività. Una eguale intensissima emozione lo scosse in un altro Congresso tredici anni dopo.Il Congresso in cui si congedava dalla CGIL dopo 42 anni di militanza. Per un paio di giorni non fece altro che piangere. Si asciugava gli occhi con un grande fazzolettone. Come si può non voler bene ad una persona così? I siciliani abbiamo avuto il piacere di averlo assieme a parte della sua famiglia nel Natale dell'81 alla scuola sindacale di Santa Venerina. Venne con la madre e la moglie. Aveva anche due figlie che però non vennero. Scherzando diceva di essere circondato dalle donne! La madre era una bella signora emiliana romagnola, vestita di nero, dalla carnagione chiara ed una bella faccia antica di persona uscita dal una foto del novecento. Madre e moglie erano splendide persone semplici, di compagnia. La moglie di Luciano Lama, alta come lui, gli somigliava tanto da sembrarne la sorella! In CGIL non ebbe mai vita facile sebbene il suo prestigio fosse diventato enorme.Trentin, Garavini, Bertinotti, la Camera del Lavoro di Torino quella di Brescia lo contrariavano "da sinistra". Non era amato dal Nord. Ricordo un Congresso allucinante all'Eur dedicato alla questione del 41 punto di contingenza! Non domandatemi di che cosa si trattava perchè non lo ricordo! So soltanto che tutti i delegati meridionali al Congresso ci sentivamo estranei al dibattito ed amareggiati perchè sentivano che la nostra opinione non contava molto. Dentro la CGIL il pregiudizio antimeridionale contava molto per gli esponenti delle strutture del Nord e dei sindacati industriali. Ric ordo con amarezza che ogni volta che parlava un esponente del Sud molti sindacalisti del nord si alzavano in piedi e conversavano tra di loro voltando financo le spalle all'oratore. Facevano un brusio infernale in cui parlare dal podio diventava una sofferenza. Il segretario della Camera del Lavoro di Torino fece una protesta durissima in un Consiglio Generale nel quale io ed Epifanio La Porta eravamo stati eletti membri del Direttivo! Non riusciva a capire tanta considerazione. Gli ricordai che avevamo più iscritti del Piemonte e che pur non avendo l'industria la CGIL in Sicilia contava. Ebbene, Luciano Lama era il volto umano della CGIL. Era il compagno, il dirigente nel quale noi ci riconoscevamo. Noi siciliani sapevamo bene che ci voleva bene e da quel grande italiano che era voleva il progresso della nostra Isola. Lo sentivamo uno dei nostri. manifestazione per la pace a Palermo Novembre 1981 con Lama e Pio la Torre. Io sono visibile a sinistra dietro Luigi Cocilovo segretario della Cisl

ancora su Luciano Lama

ancora su Luciano Lama nel marzo del 1977 decise di parlare ai giovani della Sapienza di Roma che da mesi avevano dato vita ad una serie di lotte di dura protesta per i processi di involuzione in corso della società italiana, il loro disagio esistenziali, la mancanza di prospettive per il futuro. Come si sa, fu violentemente contestato e costretto ad interrompere il suo discorso. Lama non si fece mai una ragione di quanto era accaduto e fu la prima crepa di lacerazione tra lui e la sua CGIL e l'Italia. Due anni prima aveva concordato con Agnelli, Presidente della Confindustria, il punto unico di contingenza che segnò il momento più alto dell'egualitarismo. La contingenza aveva lo stesso valore per l'operaio e per l'ingegnere cosa che nel tempo portò ad un appiattimento delle retribuzioni che comunque era molto più civile ed accettabile delle distanze abissali ed astronomiche che sono state riproposte negli anni successivi. IL prestigio della CGIL in Italia e nel mondo era enorme. Luciano Lama era uno dei più elogiati leaders sindacali. La contestazione di Lama fu vissuta dalla CGIL con disagio, irritazione, rabbia e tagliò un importante canale di comunicazione tra movimento operaio e movimento studentesco. Allora fui solidale con Lama e partecipai anche io alla riprovazione dei giovani. Ma da tempo ho cambiato idea e mi sono convinto che Lama e la CGIL sbagliassero. Il progetto riformista di cambiamento della società italiana sostenuto da Lama ed anche dal PCI era sostanzialmente sbagliato ed alla lunga perdente. Serviva certamente a Berlinguer ed al PCI per portarli al governo cosa che poi avvenne con Andreotti ma non poteva essere riconosciuto dai giovani come la strada maestra che li avrebbe aiutati nella vita. Quanto sta accadendo oggi è la prova che il sistema occidentale sopporta piccole dosi di riformismo se queste non incidono nel funzionamento del suo meccanismo generale. Ma non più di tanto e non per sempre. L'analisi fatta dai movimenti studenteschi e poi dalle Brigate Rosse sullo Stato delle Multinazionali era radicale ma giusta e forse non del tutto espressiva del "male" di cui è capace il capitalismo e che oggi si esprime nella disgregazione delle nazioni estranee alla sua cultura e nella cancellazione dei diritti delle classi lavoratrici e dei popoli dello stesso Occidente. Credo che la CGIL abbia sbagliato nel rifiutare in blocco il massimalismo dei giovani. Se il massimalismo è diventato terrorismo la responsabilità va ricercata non solo nei cattivi maestri ma anche nell'isolamento al quale i giovani furono condannati dai partiti della sinistra e dal sindacato. Certo il terrorismo è stata una pagina dolorosa della storia italiana per quanti lo stanno pagando con le carceri e per quanti lo hanno pagato con la loro vita. Ma il terrorismo è stato creato anche dalla disperazione dell'isolamento. Forse se ci fosse stato un dialogo tra lavoratori e giovani il corso della storia sarebbe stato un altro. Ma la CGIL vevniva spinta nel solco del compromesso storico e non aveva la forza di proporre una sua alternativa fatta di un riformismo più accetto alle nuove generazioni ed alle loro esigenza. La teoria della austerità che poi era anche quella di Ugo La Malfa dei tre fratelli ha portato alla sconfitta operai e studenti.

giovedì 4 ottobre 2012

Michele Sala raccontato da Eric Hobsmawm

Michele Sala raccontato da Eric Hobsbawm ( tratto da Anni Interessanti) "Mi ricordo la prima visita in Sicilia, nel 1953, quando fui ospitato da Michele Sala, deputato e sindaco di Piana degli Albanesi. La città era una roccaforte rossa fin dal lontano 1893 quando il nobile dottor Nicola Barbato aveva predicato il vangelo del socialismo agli abitanti di quella che allora si chiamava Piana dei Greci da quella roccia - nello sperduto passo montano di Portella della Ginestra - che ancora oggi è conosciutaa come la "Pietra del Barbato". In gioventù lo stesso Michele Sala, che era nato nelle vicinanze, aveva ascoltato la buona novella dalle labbra dell'apostolo. Da allora in poi, con la pioggia o con il sole, in tempo di guerra come in tempo di pace o sotto il fascismo, alcuni pianesi non avevano mai mancato di commemorare il primo maggio con una manifestazione a Portella della Ginestra. Gli eventi del 1947, quando il bandito Giuliano massacrò i partecipanti a questa meravigliosa manifestazione, sono stati splendidamente ricostruiti nel meraviglioso film di Francesco Rosi, "Salvatore Giuliano". Poco tempo dopo dopo l'eccidio, il partito aveva incaricato Sala di farsi carico della difficile situazione di questa parte dell'Isola.IL realismo tipico dei siciliani non gli faceva difetto.In gioventù aveva fatto iscrivere al partito, fra gli altri, anche Giuseppe Berti, he nell'era del Cominter sarebbe diventato un comunista di spicco e che allora studiava a Palermo. Il suo trucco era di avere scelto un'ottima posizione strategica per l'ufficio del partito socialista: un appartamento di fronte ad un bordello, in modo di potere arruolare potenziali reclute che, uscendo dalla casa di piacere con animo rilassato, sarebbero stati più disponibili di ascoltare la propaganda rossa. Questo suo realismo si era poi unito alla esperienza politica maturata durante i vent'anni di esilio a Brooklin, dove aveva imparato l'inglese abbastanza bene da spiegarmi perchè mai stava riempiendo di costruzioni la periferia della città ( "lotta guys need jobs - un sacco di gente ha bisogno di lavorare", mentre la percorrevamo in lungo ed in largo a bordo della sua auto di rappresentanza, salutando cittadini a destra e a sinistra (" In this town i know who I gotta say hello to!" - in questo paese so chi devo salutare!"... L'inglese bolognese " Mi venne poi mostrato il cimitero, o meglio la necropoli dei Matranga, degli Scirò, dei Barbato dei LoJacono e delle altre famiglie cristiane albanesi che erano emigrate in Italia meridionale ed in Sicilia nel quindicesimo e nel sedicesimo secolo. Tutte le lapidi moderne, grandi o piccole che fossero, avevano la fotografia del defunto. La morte era sempre presente a Piana , era una realtà mai dimenticata e sentita con rispetto. In quella cittadina vidi un aspetto del costume tradizionale che era ancora dato per scontato e cioè le donne, vestite di nero, che stavano sedute in silenzio sulla strada, ma sempre con il viso rivolto verso l'interno della casa. Stavamo camminando lungo un lato della piazza - gli anticomunisti ed i m afiosi camminavano dall'altro lato- quando mi fermò per un istante: "non dire a nessuno qui che sei un inglese" mi avvisò: "Ci sono persone che se lo sapessero non sarebbero affatto contente di vederti assieme a me. Gi ho detto che vieni da Bologna." Era abbastanza logico: anche in Sicilia si sapeva che Bologna era rossa ed era quindi naturale che un comunista venisse a far visita ad un suo compagno. C'era soltanto un particolare che non capivo: eravamo stati insieme tutto il giorno parlando in inglese ad alta voce. Sala, che conosceva la sua gente, fugò i miei dubbi. " E come fanno a sapere che lingua parlano a Bologna?" In effetti, una novantina di anni prima, poco dopo l'unificazione dell'Italia, era successo proprio questo: nel 1865, i primi maestri inviati dal nuovo regno per insegnare ai bambini siciliani l'italiano di Dante erano stati scambiati per inglesi. Sotto questo aspetto, nello entroterra siciliano la situazione rimase immutata fino alla diffusione dei programmi televisivi nazionali. .......... In Italia, un'altra reliquia del passato era anche il rispetto pubblicamente tributato agli intellettuali ed il ruolo ad essi attribuito. Non riuscirei ad immaginare nessun altro paese europeo dove un noto intellettuale come Bruno Trentin - che proveniva da una famiglia di accademici antifascisti emigrati - sarebbe potuto diventare un leader di uno dei principali sindacati dei lavoratori dell'industria e poi della più grande confederazione sindacale nazionale."

1943

Nel luglio del 1943 avevo appena sette anni ed in un pomeriggio caldissimo stavo appoggiato tra le gambe di mio padre seduto sotto un albero di mandorlo. All'albero era appesa una sacca con del pane. Di fronte a noi stava la grotta dove eravamo ricoverati sfollati da Agrigento bombardata dal mare da una innumerevole quantità di navi da guerra di tutte le dimensioni. M io padre era inquieto e mi intimò di rientrare nella grotta dove stava mia madre incinta ed in attesa un bambino da un giorno all'altro. Io resistevo perchè nella grotta il caldo era terribile e sapeva di umido. Mio padre mi mollò uno schiaffo e I riuluttante, obbedii. Ad un tratto sentimmo l'aria lacerata da una rumore insolito, sinistro. Una sorta di trictrac agitato a tutta velocità. Non fac emmo in tempo ad alzare gli occhi che una pietra rossa era caduta tra le gambe di mio padre proprio nel posto dove io ero seduto dopo avere colpito la sacca del pane sbriciolandola. Mio padre prese in mano la pietra ma la dovette buttare subito. Si trattava di un pezzo di ferro incandescente dal peso approssimativo di almeno un chilo! Se m i fosse caduto addosso mi avrebbe certamente fatto molto male. Forse mi avrebbe ucciso! Due o tre notti dopo fummo svegliati da un rumore sordo persistente. Era una interminabile fila di soldati che ci passavano vicinissimi proprio a pochi metri sfruttando un vecchio sentiero. Passarono per ore ed ore fino a quando cominciò ad albeggiare. Io fui allontanato dalla grotta dove mia madre stava dando alla luce mio fratello Fortunato. Era il 10 luglio 1943

domenica 30 settembre 2012

sogni

Pietro Ancona I sogni quando si diventa tanto anziani come io sono diventato i sogni bisognerebbe - se fosse possibile - non averne più. Aumentano la propensione alla depressione. Da giovane mi capitava di sognare di volare. Facevo anche dei sogni brutti ma in generale non erano tanto cattivi. Ora faccio sempre lo stesso genere di sogno e questa ripetizione è già una cosa deprimente.. Dunque sogno spesso folle enormi di persone vestite poveramente. . Io non conosco mai nessuno e mi meraviglio che possa sognare tanti visi di gente che credo di non aver mai visto. Queste folle di persone camminano e vanno da qualche parte ed io non so dove andare e quale strada prendere per tornare a casa. Mi capita anche di sognare e sempre più spesso mio padre. E' una novità questa apparizione del padre nei sogni. Ho sognato la scalinata che sta quasi dietro il Municipio di Agrigento piena piena di gente che scendeva verso il basso e non finiva mai di scendere. Tra questi c'era mia padre con il quale mi incontravo ma non scambiavo neppure una parola. Ecco la figura del padre nei sogni è sempre silente. Sogno di essere in una città diversa da quella in cui vivo e dove sono andato per partecipare ad una riunione, ad un evento e poi di non avere i soldi per l'aereo oppure di averlo perso oppure di smarrirmi strada facendo. Ho ragione quando dico che ad una certa età sarebbe meglio un sonno tranquillo e senza sogni?

sabato 29 settembre 2012

Mozart ed Alì

Mozart ed Alì Oltre un miliardo di esseri umani vivono nelle bidonvilles. Altri cinque miliardi vivono in condizioni di grande disagio. L'altro miliardo ha in corso processi di impoverimento di una parte consistente. Soltanto meno di un milione di persone nel mondo ne posseggono il 90 per cento della ricchezza. Questa situazione tragica è destinata ad aggravarsi con l'incremento della popolazione che è previsto in nove miliardi nel 2050 e non è detto che non possa essere molto di più tenuto conto che solo dal 1975 ad oggi la popolazione è raddoppiata. Se si dovesse trarre un bilancio della presenza dell'umanità nel pianeta terra dovremmo dire che ci troviamo di fronte ad un fallimento. La specie umana ha fallito. Ha rovinato la natura in cui vive, soppresso migliaia di forme diverse di vita nel mondo animale, inquinato gli oceani ed i fiumi, e sopratutto predato se stessa. I predatori occidentali si avventano sulle popolazioni che hanno la disgrazia di possedere il petrolio il gas o altre materie prime per derubarle e distruggerle o sottometterle e comunque avvelenarne i figli con le bombe all'uranio. L'umanità ha creato opere immortali come quelle di Mozart di Beethoven. Ma che vale questa musica quanto tanti bambini affamati sono costretti a cercare nella spazzatura delle discariche in po di cibo? Bidonville di Moggatam Egitto

domenica 23 settembre 2012

Resoldor, ah come respiro

Pietro Ancona Resoldor, ah come respiro! avevo una diecina d'anni quando il Dr.Rampello da Raffadali ottenne di aprire una farmacia in Corso Garibaldi nei pressi della piazzetta che dava sul Municipio Vecchio. In Via Garibaldi alle spalle della baracchetta di rivendita alimentari gestita da mio padre c'era anche l'osteria del mio amico Tony Cucchiara, mio coetaneo, che presto avrebbe preso l'avventurosa strada del mondo dello spettacolo come cantante ed intrattenitore. La putia di vino con cucina era gestita dalla madre di Tony, una signora di cui ricordo due grandi occhioni in una faccia rotonda e generalmente severa. Il papà di Tony era fontaniere al Comune. Tony aveva due sorelle, due distinte signorine che ogni tanto venivano a trovare la madre e qualche volta si intrattenevano per un pò. Dunque il farmacista Rampello aveva il problema di sistemare gli armadi e tutte le medicine ed io mi prestai. Lo aiutai per alcuni giorni a mettere tutto a posto eseguendo le indicazioni che il farmacista mi dava. Nel sistemare gli scaffali mi capitavano davanti un gran numero di graziose scatolette di latta di caramelle per la gola. Erano le famose Rosoldor che prima si chiamavano Soldor. Io ero attirato moltissimo da queste scatoline di latta dipinta a colori vivaci e con la scritta "Ah, come respiro!". L'attrazione era tale che mi indusse a rubarne una. Cosa che non sfuggì allo occhiuto farmacista che mi osservava di sottecchi. Mi lasciò finire il lavoro che stavo facendo e poi mi chiese di rimettere a posto la scatolina. Cosa che io feci avvampando di vergogna e quasi sentendomi male. Il farmacista che era avarissimo (forse come tutta la categoria) mi offrì delle caramelline per la gola sfuse che io rifiutai. Non vidi l'ora di andarmene ed infatti me la svignai subito a testa bassa. Ero anche terrorizzato dalla idea che il farmacista raccontasse la cosa a mio padre. Ad essere sincero le caramelline non mi interessano per niente. Voleva la scatoletta! E' trascorso un mucchio ditempo ed ho dimenticato il nome di tante cose. Ma le Resoldor, ah come respiro non le ho mai dimenticate!

sabato 22 settembre 2012

la diagonale

La diagonale Nella primavera dell'anno scorso fui sottoposto ad un esame cardiologico. Hanno esplorato i tre bypass che nel 94 mi furono installati per verificarne lo stato d'uso. Ne hanno trovato due su tre otturati. Quelli fatti con la safena. Il by pass ricavato dalla cosidetta mammaria invece funziona ancora. Queste notizie le ho avuto subito dopo la coronografia che, a differenza di altre, si è protratta abbastanza a lungo. Nel corso dell'intervento che avveniva con una piccola anestesia locale sentivo dialogare i due medici che mi esaminavano. Un dialogo prima abbastanza normale con lunghe pause e poi sempre più serrato. La parola che dominava il dialogo era: diagonale! C'è la diagonale! In geometria (leggo) si chiama diagonale il segmento che congiunge due vertici non consecutivi di un poligono o un poliedro. Io non riuscivo a capacitarmi che cosa c'entrasse la diagonale con il mio cuore e con le mie arterie. Questa misteriosa parola che rischiava di diventare terrificante per tutto il suo carico di mistero inconoscibile a mia richiesta mi fu gentilmente spiegata dal cardiologo. Mi disse che a causa di essa non potevano liberare i by pass e renderli pervii con l'instyallazione degli aggeggini che da qualche tempo si usano per questo. Quindi i medici hanno preferito non intervenire. Ma il corpo umano ha risorse incredibili! Mi hanno spiegato che i due bypass otturati si erano fabbricati due loro vie di comunicazione con il cuore. Non sono riusciti a vederle ma erano sicuri che nella parte posteriore del cuore ci fossero i bypass creatisi spontaneamente, Per questa ragione ho scoperto la mia situazione soltanto quando sono stato esaminato. Non avevo avuto nessun segno di quanto era accaduto. Sono andato avanti tranquillamente e senza neppure un mal di testa. Ecco quindi perchè la parola "diagonale" mi risuona ogni tanto nella testa! E' a causa sua che non ho potuto recuperare i miei by pass e vado avanti con la mia mammaria e con i due bypassi creati dai bypass!! La diagonale!

mercoledì 19 settembre 2012

la pisata

A proposito della paglia evocata dalla pisata In uno dei due pezzetti di terra della nonna a Realmonte situato in una montagnola dalla quale si intuiva la vicinanza del mare per il particolare colore del cielo ed anche per l'odore che arrivava nell'aria densa di iodio e salsedine c'era un pagliaru fatto dai miei zii. Era grande quando la lunghezza di un uomo ed era cosparso di paglia sulla quale si riposava nei pomeriggi della grande calura oppure quando vi si dormiva la notte se si era fatto troppo tardi per tornare in paese. All'inizio stare a terra su poca paglia era una cosa che quasi si subiva per necessità. Ma quando si fa l'esperienza di svegliarsi dopo avere passato una notte per terra la sensazione di benessere fisico è fortissima. Ricordo che mi sentivo come se una molla m i spingesse da terra e mi mettesse in piedi ! La terra mi infondeva vigore e mi sentivo come caricato di una energia nuova, straordinaria. Ma forse è perchè avevo non più di dodici anni ed a quell'età l'organismo è una sorta di macchina perfetta!Passavo le giornate a girovagare con Gaspare che mi veniva zio ma che aveva più o meno la mia età. Ricordo di aver visto sorridere assai di rado la nonna. Era severa e qualche volta arcigna. Era dotata di viva intelligenza ed aveva sempre qualche piano in corso di manipolazione dei figli. Figli che non tardarono a spargersi per il mondo raggiungere la Germania dove conobbero la busta paga ed una alimentazione normale ma a base di grassi e di carne. Mio zio Gaspare credo a causa del passaggio repentino dalla alimentazione a base di digiuni e di farinacei alla mensa tedesca nel giro di una ventina d'anni di Germania si prese un infarto dal quale non riuscì mai a riprendersi e morì giovane. Il cambio di dieta gli riuscì fatale. Credo che la stessa cosa succede a tanti immigrati che dopo qualche tempo ingrassano ed un po si imbolsiscono e di ammalano di diabete o di cuore.

martedì 18 settembre 2012

la scatola delle fotografie

la scatola delle fotografie

Mia nonna Vincenza aveva una scatola da scarpe piena zeppe di fotografie. Centinaia di fotografie dei figli, dei nipoti, delle nuore, dei generi, dei pronipoti. Forse più di cento familiari. Ricordava i nomi di tutti e come facesse per me è un mistero. Alcuni non li aveva mai visto di presenza essendo in Canadà, in Usa o in Germania. A volte ci riuniva attorno a sè quando andavamo a trovarla a Realmonte e ci parlava di loro i e dei luoghi che abitavano e di quando se ne erano andati.

Aveva portato dagli States un aggeggio di legno laccato con due vetri nel quale si infilavano cartoline che si vedevano in modo tridimensionale, Le cartoline mostravano personaggi e paesaggi dell'America dell'inizio del Novecento. Ne ricordo una con una grande spiaggia affollata di persone cosa che per noi era stranissima. Non avevamo ancora abitudine alle ferie ed ai bagni di mare. A noi ragazzi le foto tridimensionali sembravano una magia, una cosa miracolosa e quando andavamo da lei una delle prime cose che andavano a cercare nel grande cassettone di casa era questa sorta di proiettore.


Quando mia nonna si sentiva bisognosa di essere accudita chiamava il tassinaro del paese e si faceva accompagnare a casa mia. La figlia Assunta (mia madre) era preposta a questa incombenza. Stava un genere una ventina di giorni durante i quali aizzava quotidianamente mia madre contro mio padre. Il quale invece aveva tante attenzioni per lei e le proc urava quasi quotidianamente un merluzzetto da farle bollito. D Quando si sentiva di nuove in forze o le mancano le commarelle vicine di case richiamava il taxi si prendeva la sua "truscia" e prima di andarsene dal predellino della auto faceva un ultimo comizio contro mio padre. Al quale rimproverava cose di venti o trenta anni fa che probabilmente non erano mai accadute.

Morì di un male allo stomaco ultraottantenne. La ricordo nel letto di morte con mio zio Giuseppe seduto al suo fianco che faceva conto complicatissimi con un lapis su un taccuino della eredità della nonna. L'eredità era ben misera cosa. due pezzi di terra con qualche alberello di mandorlo o di frutta che non raggiungevano un ettaro. Questo atteggiamento di mio zio era il prodotto della politica di potere che la nonna aveva praticato in famiglia. Dieci figli tutti divisi e quasi rancorosi l'uno con l'altro per una ben misera cosa! Mia madre rinunzio subito alla lenza di terra che le sarebbe toccata e non ne volle sapere niente. Naturalmente questa vicenda della eredità veniva presto dimenticata da tutti perchè appunto non ne valeva proprio la pena ma i dissapori restavano più tra i figli maschi che la tra le femmine.

Contrariamente a quanto si crede non è vero che povertà e solidarietà vann insieme. La povertà spesso incattivisce e rende meschini. C'è una sorta di meccanismo psicologico che scatta nelle famiglie numerose molto povere. Una sorta di forza centrifuga in cui non potendo nessuno aiutare l'altro tutti vanno ognuno per la sua strada.

I miei parteciparono alle lotte per l'occupazione di terre. Mio zio Giuseppe ne fu uno dei dirigenti. Si chiedeva l'assegnazione dei terreni incolti della immensa proprietà del barone Agnello. A riforma agraria fatta, visti i risultati deludenti iil movimento contadino di sciolse e moltissimi emigrarono all'estero come era accaduto subito dopo la repressione dei fasci siciliani. Il grosso partiva per la Germania, altri per il Belgio e la Francia.
Andarono ad abitare le squallide baracche della Wolksvagen nella triste ed opprimente Germania dove piove sempre ed il sole si vede raramente, Dopo anni di rimesse ai familiari per costruire una casetta abusiva ed affrancarsi dall'affitto tornavan o con una sola ricchezza: la pensione! La pensione che assicurava la loro sopravvivenza a vita anche se assai modesta Portarono pure la conoscenza della busta paga e l'abitudine a sentire la radiolina al transitor. Il contatto con le regole della indiutria del Nord fece prendere coscienza di tanti diritti che prima erano del tutto sconosciuti. Il diritto alle ferie che attivò un grandissimo traffico automobilistico dal Nord verso la sicilia.
Lavorando come muli e "leccando la sarda" molti dei nostri emigranti si sono fatte le casette nei paesini natii e magari la casa per figli. Hanno costruito illegalmente e spesso in proprio con l'aiuto soltanto di un bravo capomastro della famiglia e degli amici.
Per il resto non hanno avuto nulla tranne una cosa preziosa: la pensione che anche se piccolo piccola permette alle famiglie di comprare qualche sacco di grano o di farina per l'inverno ed un orcio di olio. La pensione è stata la più grande conquista della emigrazione. In Italia era largamente sconosciutia. Nessuno aveva le "marchette" per poterla rivendicare. Ne bastavano se mal non ricordo di 15 anni.
Ma l'emigrazione ha distrutto la cultura contadina e bracciantile siciliana. Nell'immediato è sembrato di averne un beneficio un progresso. Con il tempo abbiamo capito che non era così. Che quella cultura veniva sostituita non da una cultura superiore ma dalla spazzatura commerciale del cosidetto progresso e dal vacuo.
I braccianti siciliani poveri erano portatori di una cultura di grande valore. Nelle riunioni di assemblee era un piacere sentirli parlare. Le parole anche se appassionate erano misurate ed impregnate ad una sapienza che oscillava tra il pessimismo frutto di secoli di sofferenze al rivoluzionariasmo di quanti avevano capito il valore del lavoro nelle relazioni sociali. Mi dispiace che non si abbiano registrazioni delle assemblee popolari dei braccianti. I braccianti sono stati il popolo della Sicilia, la radice profonda della nostra gente. Ognuno di noi ha sangue loro nelle vene e questo fa dei siciliani una delle popolazioni più intelligenti della terra. Come i palestinesi. Come gli ebrei. Noi siciliani siamo tutti figli di contadini e di braccianti!

lunedì 17 settembre 2012

Un incendio

Un incendio

I miei d'estate mi mandavano a passare qualche giorno da mia nonna a Realmonte.,un paese non lontano da Agrigento. Vi giungevo palliduccio ma dopo qualche giorno di vita all'aria aperta mi guadagnavo un bel colorito e stavo assai meglio. Ricordo di avere preso una insolazione con un febbrone da cavallo che mi dava irrequietezza. Mi alzavo in piedi sul lettino sopra il quale pendevano grappoli di pomodori. L'insolazione mi fu curata da una vicina di casa la quale mi mise sulla testa un piattino con dell'acqua ed una candela accesa. Farfugliò assistita dalla nonna non so quale preghiere alla fine delle quali mi tolse il piattino dalla testa. Non avevo più la febbre! Non chiedetemi spiegazioni ma è andata proprio così.
Mio nonno Gandolfo era un uomo alto severo taciturno con due enormi baffi. Era stato con la nonna negli USA ma erano tornati indietro. Mia madre mi diceva a causa della gelosia della nonna. Portarono a Realmonte un apparecchio con il quale si vedeva le foto tridimensionalmente e l'usanza di prendere il taxi e ed infatti ricordo che mia nonna ne prendeva uno ogni volta che veniva a trovarci ad Agrigento. Nonno Gandolfo morì alla Feliciuzza di Palermo dove era ricoverato per una appendicite sepolto in uno dei tanti bombardamenti americani. La nonna restò vedova. Aveva dieci figli, sei maschi e quattro femmine. Il primogenito si chiamava Damiano ed aveva appena compiuto 14 anni quando mio nonno lo accompagnò a Porto Empedocle per imbarcarlo su una nave che partiva per New York.Non fece mai ritorno in Italia. A Bruculino come si chiamava la zona italiana di New York fu pescato assieme a due amici mentre rapinava una banca e arrestato. Fece qualche anno di carcere. Dopo si sposò con una bella ragazza italo-americana e visse facendo il fotografo. La ragazza si chiamava Cristina ed in casa della nonna era custodita gelosamente la loro foto di matrimonio l'unica cosa che si è mai avuta di loro.
Gli altri miei zii Nociu (Onofrio), Giuseppe, Saru e Gaspare negli anni cinquanta emigrano in Germania. Mia zia Marannina con il marito emigrò in Canadà e si stabilì ad Hamilton nella zona dell'Ontario e dei Grandi Laghi, Giuseppe contrasse durante il servizio militare una tubercolosi alle ossa dalla quale guarì ma che lo lasciò sciancato imparò il mestiere di indoratore e divenne un buon artigiano a Realmonte. Mio zio Giuseppe fu assunto alla Keramos di Agrigento e seguì la sorte della fabbrica. Mia zia Angela si sposò ad Agrigento ed ebbe una bella e numerosa famiglia. Uno dei figli è dentista molto apprezzato. I miei zii Saro e Gaspare e mia zia Rosa emigrano in Germania in un paese chiamato Bus nella zona di Saarbruken. Un paesino che era una specie di ripetizione tedesca di Realmonte dove la gente si era sistemata come nel paesello natio.
Insomma la famiglia dei miei nonni materni è stata una sorta di summa delle scelte emigratorie dei contadini siciliani da quelle transatlantiche dalle quali non si torna quasi mai a quella europea. Mio zio Gaspare si sposò in Germania con una ragazza tedesca. E' morto giovane ed ha lasciato figli che parlano solo il tedesco mentre i figli di mia zia Rosa si sono inseriti e fanno gli impiegati a differenza dei genitori che fecero gli operai in fabbrica. Mio zio Nociu si mise con una signora tedesca che noi abbiamo conosciuto in occasione di una loro visita in Sicilia. La signora aveva l'abitudine di bere, cosa questa che destò scandalo e riprovazione in tutto il parentado. Ma mio zio Nociu non si fece influenzare contro la compagna e continuò a volerle bene.
Una estate a Realmonte avevo più o meno nove anni ne combinai una grossa assieme a mio zio Gaspare che mi era zio ma era quasi mio coetaneo. Dopo avere girato in lungo ed in largo nelle campagne vicine a quelle della nonna ci è venuta l'idea di dare fuoco ad una montagna. La montagna era piena di roveti e di cespugli di disa (non so il suo nome italiano) una erba lunga lucente verde e ricca di oli. In Sicilia c'è un proverbio che dice: disa cu disa si infascia a disa che è un modo per dire che gli eguali si mettono bene insieme. Gaspare scavò una piccola buca ai piedi della montagna e la riempi di erba secca. Poi strofinò un legnetto su un altro fino a quando non partì un filo di fumo nero. Dopo pochi minuti il crepitare della disa e dei roveti che bruciavano divenne assordante. Il fuoco partì alimentato da un venticello che spirava proprio in direzione della cima della montagna. Scappammo ed andanno a metterci su un ramo di albero dal quale ci godevamo lo spettacolo della montagna in fiamme. Intervennero i vigili del fuoco di tre o quattro paesi vicini e diecine e diecine di persone che lavorarono tutta la notte allo spegnimento. Verso le sette del mattino ricevemmo una visita delle guardie campestri che chiesero a mia nonna se avesse visto o sapesse qualcosa. La nonna, che aveva capito tutto, negò. Le guardie ci scrutavamo in faccia e ci guardavano le mani ed i vestiti. Poi con quale sospetto se ne andarono. Quando andarono via mia nonna prese una scattatura di olivastro, una bacchetta verde flessibile dolorosissima. Con questa fustigò ripetutamente Gaspare. Io fui risparmiato.

venerdì 14 settembre 2012

Agrigento da me perduta due volte



Agrigento da me perduta due volte!

Manco da Agrigento dal 1964 anno in cui moltissimi frequentatori di questo sito non erano ancora nati. Nelle settimane scorse ho avuto la possibilità - grazie a FB - di avere intensi contatti con molti miei concittadini e ne sono stato felice. Mi sono sentito quasi rinnovato e tanti momenti degli anni che vi ho trascorso sono tornati alla mia mente. Ne ho fatto ricordi che mi ha fatto piacere scrivere e comunicare. Fino a quando i ricordi erano innocui bozzetti di questo o quel personaggio, questa o quella macchietta che Agrigento ha avuto come tutte le città, l'accoglienza è stata buona, positiva, quasi commossa. Sono stato invitato a continuare a scrivere a ricordare altro e così ho fatto per qualche tempo. Quando dai ricordi sono passato ai miei giudizi sulla Agrigento di ieri e di oggi, sulla forza reazionaria che la blocca e che le impedisce di crescere, ho notato un raffreddamento dei miei concittadini e qualche presa di distanza. Ho sostenuto che Agrigento che cade a pezzi piuttosto che spendere per rimuovere le macerie che la stanno sommergendo dovrebbe farsi un nuovo piano regolatore basato sul focus della Valle dei Templi.Ad Agrigento qualcuno ha riservato il destino di potersi espandere verso Aragona. Io sono convinto che così come in tutte le città d'arte i monumenti ed i templi ne costituiscono il centro anche i templi potrebbero esserlo. Si potrebbe cominciare con lo spostare il Municipio, la Prefettura, la Questura accanto al tempio della Concordia ed agli altri templi. Naturalmente si dovrebbe costruire senza cemento in arenaria e pietra. Questa idea è sembrata folle a quanti si sono pronunziati. Discutendo di questo ho scoperto che la Valle dei Templi è pertinenza dell'Ente Parco e che gli agrigentini per accedervi debbono pagare il biglietto. Ho detto che considero l'Ente Parco e lo Ato vere e proprie disgrazie che affliggono la città e la sfruttano piuttosto che aiutarla. Guardate il costo dell'acqua e della immondezza che ha immiserito e reso disperati gli strati più poveri della popolazione. Insomma ho toccato tasti "sbagliati" e come si dice politicamente non corretti. Non si mettono in discussione Ente Parco ed Ato che sono opera della classe politica. Mi rendo conto della radicalità della mia proposta (sciogliere l'Ato, sciogliere l'Ente Parco) ma la reazione è stata quasi incollerita. Qualcuno si è ricordato che sono "comunista" e che starei bene nella Russia di Stalin e nella Cina di Mao. Certo anche se detta con finalità offensiva non considero offensivo essere definito seguace di Stalin o di Mao anche se non lo sono pur considerandoli immensi personaggi della storia della liberazione umana. Ho avuto anche il torto di attaccare il ruolo della Curia Vescovile che io considero la catena che tyiene incollata Agrigento al suo passato e perciò alla sua miseria.
Per farla breve questo mio revival con la mia città è stato un disastro. A tanti giudiziosi benpensanti sono apparso certamente come un pazzo da catena per le mie idee imbarazzanti sulla città nella quale da la parte povera e la parte borghese si incontrano soltanto come l'una subalterna e soggetta all'altra. Sono stato gentilmente avvertito che ero fuori tema!!!
L'unica speranza che Agrigento ha avuto di mettere insieme borghesia e popolo povero è stato il Fascio dei Lavoratori fondato da Francesco De Luca nel 1892. Ma, come sappiamo De Luca è finito in prigione ed i poveri tutti all'estero. Ci fu dopo la repressione crispina dei fasci la grande emigrazione oltreoceano degli agrigentini e dei siciliani. Emigrazione dalla quale nessuno è tornato tranne qualche anziana coppia di vecchi per rivedere la terra natia e sfuggire finalmente alla terribile macchina di sfruttamento che gli States sono stati e continuano ad essere per gli emigranti. Ricordo che all'inizio del secolo scorso negli USA furono linciati ed impiccati oltre mille italiani. Per puro odio razziale come quello dei giovani bergamaschi che cospargono di benzina di notte un immigrato e gli danno fuoco.
In conclusione mi dispiace molto che non sono risultato conforme ai requisiti per riuscire gradito ai miei miei concittadini. Ma io sono diventato vecchio senza diventare mai giudizioso. La mia corda pazza non si è mai spezzata. Me ne scuso con quanti la ritengono scandalosa ma è troppo tardi per me riciclarmi in un virtuoso benpensante. Non sono mai riuscito ad esserlo!

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martedì 11 settembre 2012

11 settembre e tanto altro

Il camorrologo attacca l'Iran

Saviano rilancia la guerra ideologica contro l'Islam dalla filiera massmediatica occidentale impegnata a preparare il clima di odio contro l'Iran alla vigilia dell'aggressione del popoloso stato medioorientale. Saviano è al servizio di Israele e partecipa ai preparativi di guerra.
Non voglio giustificare la Fatwa contro lo scrittore inglese di origine iraniana ma la forza della religione aveva liberato l'Iran dal sanguinario Scia sbirro dei petrolieri occidentali succeduto all'assassinio del grande Mossadek. Ripigliare ora una questione che era caduta nel dimenticatoio anche da parte degli iraniani è una vera provocazione alla quale il nostro camorrologo ci mette la faccia
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2012/09/11/news/cos_la_vita_viene_cancellata_da_una_fatwa_saviano_racconta_il_nuovo_libro_di_rushdie-42316648/?ref=HREC1-2





Giano Bifronte alla Casa Bianca


Il tempio di Giano Bifronte è sempre aperto alla Casa Bianca. Manco finisce una guerra e ne comincia un'altra. L'America ha il più alto numero di veterani di guerra esistente al mondo. Pare che siano circa venticinque milioni. Molti sono malati, altri pazzi, molti si sono ridotti a fare gli homeless ed altri sono scappati in Messico dove il costo della vita è inferiore a quello degli States. La macchina bellica USA deve girare ininterrottamente. Costa 600 miliardi di dollari l'anno che vengono spremuti a parte della popolazione americana tenuta senza alcun diritto alla casa alla sanità alla pensione alla scuola e parte al mondo intero. Quando gli USA sono in difficoltà stampano titoli fasulli spazzatura e li vendono come buoni alle banche europee che, se non li prendono, sono cavoli loro,. Insomma fanno come i mafiosi quando impongono ai bar l'uso del loro caffè ed ai costruttori l'uso del loro calcestruzzo.



Da Rigola alla Camusso

Riflettevo sul potere che hanno le organizzazioni nazionali dei partiti e dei sindacati. Un potere capace di paralizzare una nazione rendendola inerte come ipnotizzata di fronte al ghigno feroce di Monti e della Fornero che si dichiarano salvatori della Patria mentre conficcono enormi chiodi ai lavoratori. Ieri la Camusso minacciava lo sciopero generale. Lo aveva minacciato financo di 48 ore quando iniziò la questione dell'articolo 18. Sono stato tanto ingenuo da rallegrarmene credendo alla sincerità della CGIL. Sappiamo bene come è finita. L'art.18 non c'è più e non c'è stata opposizione della CGIL. Se ci fosse stata il PD avrebbe avuto serie difficoltà a farsi cavalcare da Ichino e consegnare a Monti la cosa più importante del diritto del lavoro italiano. Pensavo che probabilmente la CGIL ha sempre avuto diverse anime che coabitano nella stessa casa. Il suo primo segretario Rigola, un poligrafico cieco che la diresse per quasi un ventennio, tenne una linea di collaborazionismo subalterno con i governi tali da costringere Di Vittorio ad andarsene e fondare l'USI. Rigola ed il suo successore D'Aragona che poi fu deputato e ministro socialdemocratico nel dopoguerra consegnarono la CGIL nelle mani di Mussolini e gli fecero da consulenti per il Patto di Palazzo Vidoni, patto riecheggiato in recenti accordi con il governo e con la Fiat. Nello stesso tempo la CGIL ha dato vita a grandi lotte guidate dalle Camere del Lavoro ed alla esperienza autogestionaria dei consigli di fabbrica nel biennio rosso.
Ricordo che la matrice "riformista" è stata sempre presente dentro i gruppi dirigenti della CGIL. Riformismo inteso nel senso di Fernando Santi che significava gradualità nella azione ma fermezza ed intransigenza negli obiettivi oppure come collaborazione, come sponda all'azione del padronato come è avvenuto con gli accordi di concertazione del 1992 e l'abolizione della scala mobile. Ricordo una drammatica riunione del gruppo dirigente meridionale della CGIL con la segreteria nazionale svoltasi al Maschio Angioino di Napoli nel 68 sulle gabbie salariali. Trentin e Scheda ed altri dirigenti della CGIL erano per mantenerle e facevano muro alle pressioni dei dirigenti del Sud per la loro abolizione. Il movimento fu più forte delle loro resistenze e le gabbie finirono con l'essere levate. Prevedevano 13 livelli salariali in tredici livelli territoriali. Una cosa indecente che penalizzava naturalmente le zone meridionali.
Oggi la CGIL attraverso il periodo più nero della sua storia. E' nelle mani di persone che hanno deciso di assecondare la rimodulazione liberista della società italiana, lo scardinamento di un sistema di diritti ritenuto obsoleto e comune antieconomico. Una cosa indecente. Il gruppo dirigente attuale della CGIL ha portato sull'orlo della pazzia centinaia di migliaia di docenti della scuola e stordito milioni di giovani con la legge Biagi. Si guarda bene dal difendere i professori e dal chiedere l'abrogazione della legge Biagi o almeno l'istituzione del SMG che in qualche modo renderebbe meno umiliante il calvario del precariato. Che cosa altra posso dire? Faccio il pistolotto ottimistico sul fatto che le cose cambieranno e la CGIL ridiventerà quella dei consigli di Gramsci? Non ci credo. Credo che le cose peggioreranno e che ne avremo per molto di penare.

Quanto PIL valgono i diritti ed i salari?

Bisogna che i pennivendoli italiani che tirano la volata ai liberisti facciano conti all'incontrario di come li fa la Confindustria e la destra. Cominciamo con il dire che i bassi salari valgono 2 punti di Pil cioè 36 miliardi di euro, che l'art.18 vale almeno altri 2 punti di PIL dal momento che sostituisce l'operaio ricco di you know con l'operaio 'operaio usa e getta; la distruzione della scuola pubblica e della sanità vale 10 punti di PIL perchè non ci sarà nessuna Bocconi e nessun liceo di gesuiti capaci di soppiantare la grandezza della scuola pubblica italiana ed il sapere che ha accumulato nel tempo.
Tutto quello che si fa contro i Diritti alla lunga incide negativamente sul PIL perchè una società equa matura consapevole e sapiente che non viva nella angoscia della precarietà è certamente più forte anche economicamente si una società fragile in cui galleggiano e gozzovigliano solo gli squali. Infatti la società tedesca oggi vale molto di più di quella italiana ed anche la società francese vale di più. L'Italia vale sempre di meno perchè è i suoi abitanti sono diventati oggetto di predazione come i suoi beni.
Una società in cui i lavoratori sono sereni sicuri del loro domani serviti da uno Stato sociale vale molto ma molto di più di una società di infelici dispiziati costretti ad arrampicarsi sulle torri come stiliti o ridotti a piangere in TV per il mutuo che non potranno pagare ed i figli che non potranno sfamare.



Ingroia


Mi piace la serenità, la forza, la nettezza con la quale Antonio Ingroia respinge l'attacco che a tanti sembra maramaldesco che gli viene dall'interno della magistratura che vorrebbe imbavagliarlo e costringerlo a fare soltanto il gendarme dello Stato privandosi del diritto di critica che è il lievito della libertà e della democrazia.
Credo che questi attacchi vorrebbero produrre la deligittimazione del magistrato e del suo operato e mettere una pietra tombale sulla trattativa Stato-Mafia e sul contenuto delle telefonate Quirinale-Mancino.
Già si voleva attribuire ad Ingroia la responsabilità morale dell'infarto di Lori D'Ambrosio. Ora gli si intima di chiudersi nel silenzio e di non occuparsi più di politica.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/10/lanm-a-ingroia-basta-affermazioni-politiche-su-napolitano-doveva-dissociarsi/348287/

Il disastro Monti

Il salvatore dell'Italia in effetti lavora alla rovina dell'Italia non so se consapevolmente o no. Propendo a pensare consapevolmente dal momento che la sua identità è data dall'appartenenza ad una leadershiip euroatlantica piuttosto che nazionale italiana.
La riduzione del PIL del 2,6 per cento aumenta lo squilibrio tra questo ed il debito interno. Il debito ingigantisce in rapporto alla caduta del PIL. Tutte le misure assunte, tutti i compiti in casa sono deleteri perchè indeboliscono la compagine economica del Paese e la spingono verso la depressione e l'impoverimento.
Non ci vuole alcuna laurea in economia per capire che un Paese più povero faticherà molto ma molto di più ad uscire dalla crisi.
Il Paese ha bisogno di recuperare la sua base industriale. Questo può essere fatto come nel 1930 con l'IRI dai grandi economisti che salvarono e resero prospera l'Italia e ne fecero una delle prime potenze industriali del mondo fino a quando non sono arrivati i liberisti a svendere tutto ai loro amici angloamericani o a disarmare e privatizzare.
Bisogna nazionalizzare tutte le industrie che hanno problemi a cominciare dall'Alcoa e dall'Ilva.
Altro provvedimento da assumere subito è l'aumento dei salari ed il ripristino dei diritti dei lavoratori. C'è un calo dei consumi del 3,5 per cento che è disastroso al quale si può rimediare con con le elemosine che chiede la Camusso al suo amico Monti della detassazione della tredicesima ma con un aumento generalizzato dei salari di almeno il dieci per cento.
Dobbiamo sapere che non si avrà nessuna crescita con un monte salariale inferiore di quasi il trenta per cento a quello di dieci anni fa.
Bisogna avere il coraggio di rompere con gli usurai che ci stringono il collo e con le politiche che porteranno l'Italia in fondo alle graduatorie dei paesi sottosviluppati del mondo.
Insomma per vivere se vogliamo vivere dobbiamo fare l'esatto opposto di quello che ci propongono Monti i Banchieri e gente come Fassina. Dobbiamo andare contro corrente. Dobbiamo sottrarci al progetto di distruzione del ceto medio europeo al quale purtroppo si sta prestando anche la socialdemocrazia di Holland e quella tedesca.



11 settembre 2001

Oggi 11 settembre ricordiamo i caduti delle Torri Gemelle vittime di una imboscata del governo americano ed immolate sull'altare della statua di Giano Bifronte che è sempre aperto alla casa Bianca. Ricordiamo il martirio del popolo libico e la morte spaventosa inflitta a Gheddafi il cui cadavere è stato esposto e crivellato di colpo dopo essere stato torturato e seviziato dai killers della Nato; ricordiamo il martirio di Sadam Hussein, impiccato perchè uccidendo lui si è ucciso l'Iraq che non sarà mai più una nazione; ricordiamo lo smembramento della Jugoslavia fondata dal grande Tito decisa al Castello di Rambouillet dalla signora Maddalena Albright e dai suoi compari europei; ricordiamo la morte in carcere di Milosevic e l'assassinio di Ceisescu e della moglie; ricordiamo la morte di Lumumba ed il destino ancora sconosciuto del Presidente della Costa d'Avorio abbattuto da una guerra civile fomentata e diretta dai francesi. Speriamo che a questa lista non vengano aggiunti Assad ed Ahmadinejad.
Ricordiamo il grande Salvatore Allende caduto combattendo per la libertà del suo popolo.

11 settembre al Pentagono


Gli americani ritengono che disponendo del controllo dei massmedia possono raccontare e fare passare per vere le balle più invereconde. Ma davvero ritengono di farci credere che un areo grande cinquanta volte questo buco fatto nelle mura del Pentagono vi sia passato dentro? Il cammello che passa per la cruna dell'ago? E poi: che fine ha fatto l'areo, che fine hanno fatto i passaggeri? Possibile che ci debbano imbrogliare con la faccia tosta di chi dice ti imbroglio ma tu fai finta di crederci tanto sono io che comando e che do le carte.


11 settembre a Santiago del Cile

Il Presidente Allende conscio di essere distante dalla morte soltanto pochi minuti imbraccia il mitra e combatte per la difesa della repubblica socialista del Cile. Lo fa per lanciare un messaggio a tutto il mondo ed alle generazioni future. Un messaggio che dice quanto può essere crudele ed invasivo l'imperialismo e come la classe operaia debba sempre e comunque difendere la società che ha modellato secondo i principi della giustizia sociale e del bene comune socialista.

Due colpi di Stato

Oggi è l'anniversario di due colpi di Stato. Il primo è del 1973 fu organizzato dalla Cia in Cile ordinato da Kissinger che temeva la diffusione del socialismo nell'America Latina ed era furioso per la nazionalizzazione dell'industria del rame. Il grande Presidente Salvatore Allende morì combattendo e da martire con il mitra in mano mentre i carri armati di Pinochet abbatteva
no a colpi di cannone la Casa Rosada. Il secondo colpo di Stato è stato ordito sempre dalla Cia con la supervisione di Bush e la consulenza tecnica di Israele ed è la collisione di tre aerei contro le Torri Gemelli ed il Pentagono. L'autoattentato è avvenuto prima delle 9 del mattino ed i grattacieli erano popolati soltanto dagli addetti alle pulizie. Circa tremila poveri disgraziati molti dei quali sans papiers di cui agli USA non importava niente come non ha importato niente la morte dei tanti vigili del fuoco caduti eroicamente mentre tentavano di app
restare aiuto. L'incendio delle Torri Gemelli è stato portato nelle case di tutto il mondo dal possente sistema massmediatico occidentale. La sequenza degli aerei che impattano la parte alta dei grattacieli e stata fatta vedere e rivedere milioni di volte. Naturalmente i grattacieli erano stati minjuziosamente minati dal momento che se non lo fossero stati avrebbero impiegato settimane a bruciare e non pochi minuti prima di accartocciarsi su se stessi. Il colpo di Stato contro la pace mondiale dell'11 settembre americano ha finora provocato centinaia e centinaia di migliaia di morti ed ha rilanciato la guerra USA nel Medio Oriente. Fino a quando gli USA avranno la potenza militare attuale senza un reale deterrente che li faccia stare al loro posto l'umanità è perduta. Dobbiamo aspettarci una guerra dopo l'altra perchè insaziabile e la voglia di dominio dell'imperialismo.

giovedì 6 settembre 2012


La stagione rivoluzionaria

Nel 1979 fui nominato dalla CGIL consigliere del CNEL un prestigioso organismo costituzionale che aveva sede in una antico Palazzo di Villa Borghese a Roma composto da rappresentanti di tutte le categorie del lavoro. Vi sono rimasto per quasi un decennio ed avrei potuto continuare a starci se non mi fossi allontanato dalla componente socialista del PSI. Presidente del CNEl era Bruno Storti un grande dirigente sindacale della CISL proveniente dagli statali romani, una persona che assieme a Lama ed a Benvenuto aveva animato la più grande stagione di lotte sociali per obiettivi come il Mezzogiorno, l'occupazione, la casa che l'Italia abbia mai avuto. I grandi scioperi degli anni 70 sono stati l'ultima grande manifestazione di speranza del popolo italiano. Ricordo che a Palermo per lo sciopero sulla casa del 1969 un corteo non aveva avuto la possibilità di muoversi perchè occupava dalla Stazione centrale a Piazza Politema e la gente continuava ad affluire. Chilometri e chilometri di corteo! Non ho mai più visto in vita mia tanta gente per strada, tanta voglia di cambiare. C'è stato un momento in cui l'Italia è stata vicinissima ad un radicale cambiamento politico. Ricordo la mia impressione nel vedere in TV le scene dello sciopero in Calabria. Tutta la popolazione calabrese era per strada! Il Mezzogiorno d'Italia diede il massimo di se. Mostrò una volontà di cambiamento di una intensità assai vicina ad un moto rivoluzionario. In effetti era una rivoluzione senza spargimento di sangue. Una rivoluzione pacifica che nessuno seppe o volle gestire e che ebbe un lungo e tormentoso riflusso fatto di delusioni. I partiti della sinistra ed i sindacati quando il movimento ebbe raggiunto l'acme cominciarono ad organizzarne la ritirata in alvei di "normalità". Mai più la lotta per le riforme sarebbe ricominciata. La borghesia italiana si preparava alle sue vendette sociali e rivalse storiche. Dagli anni ottanta in poi ha cominciato a pretendere la restituzione delle cose che erano state conquistate dai lavoratori nella contrattazione sociale e nella legislazione. Oggi siamo alla vigilia del salario variabile e del lavoro a vita mentre tutte le nuove generazioni del lavoro subiscono le forche caudine della legge trenta.
Lama, Storti e Benvenuto aveva guidato il più grande movimento rivoluzionario del dopoguerra italiano. Sono convinto che Lama volesse davvero i cambiamenti che le folle invocavano. Lama non era il revisionista antesignano della Camusso. Era riformista come potevano esserlo i prinmi riformisti padani dell'inizio del novecento. Ma in Italia i Partiti sono sempre stati i più forti di tutto e lo stesso PCI vedeva con sospetto invidia e con molte riserve il peso che la CGIL aveva nei posti di lavoro e cominciò a giocare allo scavalco a sinistra con la allucinante questione dello O,50, una questione alla quale fu dato un valore simbolico devastante.
Non attribuisco il riflusso e la sconfitta alla sinistra ma non c'è dubbio che nessuno seppe gestire l'immensa opportunità che la storia aveva offerto all'Italia per cambiare nel senso voluto dalla Costituzione. Ma è stata l'effimera apparizione di una bellissima stella in cielo presto coperta dalle nuvole.

Ricordo di Vittorio Foa





Ricordo di Vittorio Foa

E' morto quasi centenario. Le cose che ha detto e scritto negli ultimi
anni della sua vita sono state per me una delusione amara. E' stata la resa
di una sorta di follia socialista e libertaria alla ragione. Una ragione
fatta di buon senso che accetta le logiche del mondo e della realtà ed al
massimo si sforza di renderle meno dure. Mi piace molto di più il Foa
intransigente radicale dei diritti dei lavoratori e delle persone che il Foa
che si rende conto che forse non possiamo avere niente di quello che abbiamo
sperato.
Ricordo il suo entusiasmo per la guerra dei sei giorni di Israele e per le
vittorie strepitose del generale Moshe Dajan. A quel tempo davo un valore
positivo ai successi militari di Israele. Eravamo troppo vicini
all'Olocausto e consideravamo con simpatia lo sforzo degli ebrei per darsi
una patria, un facolare. Non sapevamo che questo "focolare" era sottratto
con la forza ed anche l'assassinio ai palestinesi e che si stava creando una
zona di crisi permanente che avrebbe distrutto la pace nel mondo. Ma allora
l'atteggiamento di Vittorio Foa
mi piaceva ed anche quello di Pietro Nenni che, in un comizio fatto a
Palermo, defini gli arabi " predoni del deserto". Il PSI in tutte le sue
articolazioni riformiste o radicali come quella di Foa era sionista! Il
sionismo non si era ancora staccato del tutto dal socialismo.
Una volta
Vittorio Foa venne a Santa Venerina dove avevano la meravigliosa scuola
della CGIL siciliana in una tenuta signorile comprata durante un "volo di
rondini" subito dai proprietari caduti in difficoltà economiche.
Siamo stati insieme a cena in una trattoria del paese. Il cibo era genuino
siciliano eccellente ma non credo che vi abbia prestato attenzione. Mangiava
e parlava. Era un conversatore affascinante. Mi raccontò episodi della sua
vita e quando appena ventenne nel 1930 venne a Palermo per riscuotere un
credito che il padre vantava presso certi commercianti palermitani che erano
riluttanti ad onorarlo. Mi raccontò che ci mise tre mesi per recuperarlo e
che ebbe tempo di capire e conoscere Palermo. Si era negli anni trenta.
Parlava con grande rispetto dei debitori e questo mi colpì.
Le prime grande battaglie al petrolchimico di Gela furono da lui
interpretate e collocate nel contesto di un progetto di rinnovamento del
Mezzogiorno. Ricordo la sua bella immagine in cui parla della struttura
avveniristica del petrolchimico davanti il quale passa un carretto trainato
da un mulo e seguito da una capra attaccata dietro. Il petrolchimico, il
carrettiere e la capra.
Peccato che alla fine della sua vita si sia arreso ad una visione della
politica che lo ha portato nel PD. Un vero peccato per le nuove generazioni
alle quali non si può insegnare di essere giudiziose ma si deve indicare la
via della libertà e del cambiamento. La via dellas "follia" rispetto
l'ordine costituito,. La stessa follia che hanno seguito i nostri padri e le
nostre madri a cominciare da Anna Kulisciof e Filippo Turati.